Il card. Tagle a Milano: "La periferia ci insegna come vivere fede. amore e speranza"
Nonostante la violenta grandinata, mercoledì sera, migliaia di persone, milanesi e
filippini, hanno riempito il duomo di Milano per l’incontro dei laici con il cardinale
di Manila, Luis Tagle. L’arcivescovo cardinale Angelo Scola ha ricordato che “ad essere
annunciatori si impara nel rapporto e nell’incontro con i testimoni”. Ha poi citato
un passo di “Raccontare Gesù”, ultimo libro di Tagle che riprende alcune sue catechesi:
“In Asia la narrazione della storia di Gesù risulta più efficace quando trabocca dall’esperienza
di chi la racconta” perché “i primi apostoli, che erano asiatici, parlavano della
loro esperienza”. Il card. Tagle ha quindi parlato di evangelizzazione, ricordando
che “il luogo privilegiato per incontrare Gesù è lo spazio umano”. “Il modo migliore
per raccontare la storia di Gesù è la narrazione - ha spiegato -. Questo può avvenire
anche attraverso la pietà popolare, che esprime il misticismo, soprattutto del povero.
Ad esempio, quest’anno 10 milioni di persone hanno partecipato ad una processione
durata 18 ore. Stiamo cercando di orientare il fervore spirituale dei devoti verso
una partecipazione alla vita della parrocchia e un impegno per la società”. Infatti
“il povero e il semplice saranno formati e incoraggiati ad essere soggetti attivi,
evangelizzatori e non solo destinatari della buona notizia”. Ad una domanda sulle
periferie, Tagle ha detto che “la maggior parte della città di Manila è periferia”:
“Numericamente è più alto il numero di chi vive nelle periferie, ma qualitativamente
questa maggioranza vive in una situazione in cui non ha voce, non ha potere, non ha
il minimo indispensabile. Però lì ho trovato segni potenti di fede e di speranza.
I miei insegnanti più convincenti per la vita di fede vengono dalla periferia. Spesso
pensiamo alle periferie come beneficiarie della nostra bontà. In realtà, la periferia
ci insegna come vivere la fede, l’amore e la speranza”. Interrogato sull’alto numero
di persone che emigrano dalle Filippine ha aggiunto: “La Chiesa rispetta il diritto
di ogni uomo e donna di scegliere il luogo in cui lavorare o abitare. Però chiediamo
ai migranti di portare con sé anche la fede, i valori tradizionali, i valori cristiani.
La migrazione non è solo per trovare lavoro, è una missione”. Quanto ai figli di chi
ha ormai lasciato il proprio Paese da anni, ha detto che “ci vorrebbe una pastorale
per la seconda generazione”. Quindi ha concluso: “Ringrazio la Chiesa milanese per
il sangue dei missionari milanesi che hanno fatto crescere la fede nelle Filippine”.
(R.P.)