2014-02-27 16:15:57

Green Economy: per l'Italia una strada possibile per uscire dalla crisi


Capire le prospettive per l’affermazione della Green economy in Italia, prendendo in esame le esigenze degli investimenti pubblici e privati, gli effetti sull’occupazione e le riforme indispensabili. E’ l’obiettivo del rapporto “Un Green New Deal per l’Italia” promosso da Enea e da Fondazione per lo sviluppo sostenibile, presentato questo giovedì a Roma. Il rapporto, giunto alla sua seconda edizione, vuole evidenziare come scelte sempre più green possono diventare la strada per rilanciare il Paese dalla crisi. Il servizio di Marina Tomarro:RealAudioMP3

In Italia circa il 68% della popolazione vive nelle città, e il 75% dei rifiuti, viene prodotto proprio in ambito urbano. La raccolta differenziata è diffusa ancora a "macchia di leopardo", molto di più al Nord del Paese che al Sud, e dove il riciclaggio è più alto diventa inferiore il costo della gestione dei rifiuti per ciascun cittadino, circa 116 euro annui. Anche sulla mobilità sostenibile l’Italia è ancora lontana dai modelli d’Oltralpe. Infatti, le metropolitane sono meno di 200 km solo in sei città tra cui Roma, Milano e Napoli, e nei capoluoghi la presenza delle piste ciclabili è pari al 6% di quella destinata alle automobili. Ci sono delle eccezioni, come l’esempio virtuoso di Torino, che primeggia per il suo parco veicolare ecologico. Edo Ronchi presidente per la Fondazione per lo sviluppo sostenibile:

“Questa crisi, che si trascina da anni, per essere superata ha bisogno di idee nuove, di cambiare modi di produrre e anche beni prodotti. Questo cambiamento, orientato in senso ecologico, è un’occasione di sviluppo e di rilancio dell’occupazione e degli investimenti. La riqualificazione urbana, la mobilità sostenibile, le raccolte differenziate, l’efficienza energetica degli edifici a partire da quelli pubblici, la diffusione delle rinnovabili a partire dai territori: tutto ciò è la base di un Green New Deal, che in Italia ha particolari potenzialità di sviluppo”.

Ma nonostante le possibili potenzialità l’Italia, continua a rimanere tra gli ultimi posti in Europa per lo sviluppo della green economy. Ancora Edo Ronchi:

“In Italia sono ancora prevalenti idee vecchie. Si ha una visione dell’economia molto tradizionale, basata sulla ripresa del consumismo e della produttività, soprattutto del lavoro. Ha difficoltà a mettersi in sintonia con le idee più innovative che puntano, invece, a migliorare la tutela del capitale naturale, la produttività delle risorse; a vedere l’economia non come fine, ma come mezzo per assicurare benessere e attraverso questo benessere anche una ripresa dell’economia”.

E dal Rapporto viene fuori anche un uso del territorio spesso sconsiderato. Giovanni Lelli, Commissario Enea:

“Il dato che mi ha più impressionato è la velocità con la quale viene occupato il suolo pubblico del nostro Paese, per attività qualsiasi: qualcosa come quasi 400 metri quadrati vengono occupati nel nostro Paese ad una velocità e ad una media - in valore assoluto - molto maggiore di quella degli altri Paesi europei. Eh sì, che sappiamo che il nostro Paese è un Paese montagnoso… Questo è un dato molto importante, perché l’uso del territorio è una delle tessere che compongono il mosaico green: il territorio non è una cosa infinita! L’uso del territorio corretto è la concretizzazione più valida del concetto di sostenibilità”.







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