2014-02-26 14:07:28

Ucraina: stasera verrà presentato il nuovo governo. Tensioni separatiste in Crimea


Il nuovo governo ucraino di unità nazionale sarà presentato questa sera in Piazza Indipendenza nel centro di Kiev, "cuore" di questi tre mesi di protesta antigovernativa. Ad annunciarlo un deputato vicino all'ex pugile, Vitali Klitschko. Un esecutivo che dovrà, di fatto, guidare la transizione dell’Ucraina, con il pericolo concreto che si vada verso una frammentazione del Paese. Da una parte, quello filo-russo, dall’altra quello filo-europeo. In questo contesto, si inseriscono le crescenti tensioni in Crimea, dove circa cinquemila sostenitori della protesta antigovernativa si sono riuniti davanti al Consiglio supremo di Simferopoli per manifestare contro una possibile secessione della penisola. Ma quanto è concreta la possibilità che il Paese si divida? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana ed esperto di area ex sovietica:RealAudioMP3

R. - Quello che è sotto gli occhi di tutti è che in questo momento c’è una trattativa a livello internazionale - ovviamente non aperta, ma piuttosto evidente - sul futuro dell’Ucraina. Questo riporta il problema a quello che si diceva sin dalle origini: è impossibile risolvere decentemente una questione ucraina, qualunque essa sia, senza in qualche modo parlare con la Russia. Il rischio di disgregazione del Paese - e per dirla più esplicitamente, il rischio di secessione della parte orientale - è uno dei fattori di questa trattativa. Bisognerà vedere se la Russia in questa trattativa otterrà quello che crede di dover ottenere per vedere se il rischio da tale che sia diventerà una tragica realtà.

D. - Una trattativa abbastanza secretata, però. Evidentemente Washington e Londra sono determinate ad aiutare la transizione che è stata avviata nel Paese. C’è il pericolo di una pericolosa contrapposizione tra l’Occidente e Mosca?

R. - Questa contrapposizione è nei fatti e lo si è visto per le strade di Kiev ma lo si è visto già anni fa nel 2004, quando la “Rivoluzione arancione” - che ebbe come protagonista la Timoshenko e l’economista Yushenko - fu abbondantemente sostenuta e finanziata dagli Stati Uniti. Quello che è successo negli ultimi mesi è sotto gli occhi di tutti: abbiamo visto le pressioni europee ed americane a favore della ribellione contro il regime di Yanukovich, quindi questa contrapposizione è assolutamente evidente.

D. - Da non sottovalutare sono gli enormi interessi legati agli oleodotti e ai gasdotti che percorrono l’Ucraina, permettendo il transito verso l’Europa degli idrocarburi russi. C’è chi parla di un’Europa sotto “scacco” di Mosca. È davvero così?

R. - No. Non è così perché semmai è uno “scacco” reciproco, è uno stallo. È vero che la Russia da sola provvede al 25% del fabbisogno energetico dell’Europa, ma è anche vero che l’Europa pagando contribuisce in maniera formidabile agli introiti dello Stato russo, il quale non potrebbe assolutamente fare a meno. Quindi, diciamo che da quel punto di vista non è che l’Europa domani po’ trovarsi al buio: è l’Ucraina che può trovarsi al buio perché basterebbe che Mosca facesse pagare all’Ucraina, per gas e petrolio, i prezzi di mercato, o decidesse di ridiscutere le forniture di combustibile nucleare - perché l’Ucraina ha le centrali nucleari funzionanti e il combustibile nucleare che usano viene al 100% dalla Russia. Allora, lì per l’Ucraina sarebbero guai seri.

D. - Storia a parte, in fine la vicenda della Crimea, molto vicina a Mosca. C’è il pericolo che scoppino tensioni anche su questo fronte?

R. - Il pericolo c’è ma dipende da quanto le varie tendenze alla frammentazione verranno usate dai diversi protagonisti - in questo caso per la Crimea, ovviamente, in primo luogo dalla Russia - per ottenere vantaggi su questa specie di trattativa internazionale che si sta svolgendo sul tema dell’Ucraina.







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