Perù: l’arcivescovo di Huancayo condanna il razzismo e le discriminazioni
“La discriminazione razziale è uno dei maggiori problemi nella nostra società, perché
impedisce la parità dei peruviani nel rispetto della diversità”. Lo ha denunciato
mons. Pedro Barreto Jimeno, arcivescovo di Huancayo, commentando positivamente la
campagna lanciata dal governo locale contro la discriminazione etnica e razziale.
La campagna è stata promossa dalla “Piattaforma contro la discriminazione etnico-razziale”
del Ministero della Cultura dopo che, durante una partita di calcio tra una squadra
brasiliana e una peruviana, i tifosi di quest’ultima avevano rivolto insulti razzisti
a uno dei giocatori brasiliani. Mons. Barreto ha ricordato che la Chiesa condanna
gli atti discriminatori e razzisti in tutte le loro forme, perché offendono profondamente
la dignità della persona umana creata ad immagine e somiglianza di Dio. “La discriminazione
aumenta la povertà e l’esclusione sociale e impedisce la reale costruzione di una
cultura della pace e uno sviluppo fondato nell’uguaglianza”, ha aggiunto il presule,
ricordando che il Perù è un Paese multietnico e multiculturale. “Non a caso - ha osservato
– il patrono della giustizia sociale è San Martin de Porres, frate domenicano del
XVI secolo e primo Santo afro-americano che ha sofferto la discriminazione della società
del suo tempo. Il razzismo è un grande male che ha causato molto dolore nel mondo
e anche oggi c’è bisogno di un dialogo franco e di un atteggiamento aperto alla conversione
a partire dalla famiglia”, ha quindi sottolineato l’arcivescovo di Huancayo. In Perù,
la discriminazione etnica e razziale è abbastanza diffusa soprattutto contro le popolazioni
indigene e di origine africana, nonostante costituiscano la maggioranza della popolazione
del Paese. (A.T.)