2014-02-24 09:45:09

Ucraina: mandato d'arresto per Yanukovich, Mosca richiama ambasciatore a Kiev


In Ucraina, l'esecutivo provvisorio ha spiccato un mandato d'arresto per l'ex presidente Viktor Yanukovich accusato di strage. Situazione che ha suscitato forti tensioni tra Mosca e Kiev. La Russia ha richiamato il proprio ambasciatore "per consultazioni". Intanto il novo capo provvisorio dello Stato, Oleksandr Turcinov ha chiesto a Mosca di rispettare la scelta europeista dell’Ucraina. Fitto scambio di telefonate tra il capo del Cremlino Putin e i leader mondiali, mentre oggi arriva a Kiev il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton. In questo scenario l'appello alla pace e alla preghiera della Conferenza episcopale ucraina. Il servizio di Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3

E’ Oleksandr Turcinov, braccio destro dell’ormai libera Iulia Timoshenko, a ribadire che la Russia deve rispettare le scelte dell’Ucraina. Il nuovo capo provvisorio dello Stato a cui è affidata anche la presidenza del parlamento e il ruolo di premier ad interim, ha escluso di voler occupare la poltrona di primo ministro nel prossimo governo, che dovrà essere formato entro domani. Le elezioni presidenziali sono state anticipate al 25 maggio. Intanto del fuggito e decaduto presidente Viktor Yanukovich si sono perse le tracce, si ipotizza sia nella parte orientale dell’Ucraina, dove si registrano manifestazioni filorusse. Il ministro dell'Interno ad interim ucraino ha annunciato che è stato spiccato un mandato di cattura per il presidente deposto. Rimane comunque incandescente il clima in Crimea, dove la Russia ha un'importante base navale a Sebastopoli: diecimila persone, ieri, hanno manifestato contro quello che hanno definito un "golpe”. Qui in centinaia si stanno arruolando nelle cosiddette “brigate popolari” per difendere "se necessario" la Repubblica autonoma. Sul fronte internazionale la Russia ha richiamato il proprio ambasciatore a Kiev, mentre il presidente russo Putin ha avuto una serie di telefonate con i leader mondiali, dall’omologo statunitense Obama alla cancelliera tedesca Merkel; ci sarebbe "accordo" sulla necessità di rispettare l'integrità dell’Ucraina". La tedesca Merkel ha sentito anche la leader della rivoluzione arancione Timoshenko, al centro del colloquio l’unità del Paese. E per aiutare l’Ucraina sull'orlo del collasso economico – anche a causa della decisione della Russia di congelare un prestito da 15 miliardi di dollari – il Fondo Monetario Internazionale e l’Unione Europea pensano ad interventi urgenti di sostegno. Intanto. arriva oggi a Kiev il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, mentre è già in città il coordinatore dell'Onu per la pace in Medio Oriente Robert Serry.

Sulla situazione in Ucraina, il commendto di Massimiliano Di Pasquale autore del libro "Ucraina terra di confine" edito da "Il Sirente": RealAudioMP3

R. – La situazione in Ucraina è ancora complessa. E’ vero che Yanukovich è stato deposto e adesso c’è un governo provvisorio con a capo Turcinov, l’ex-braccio destro della Timoshenko e c’è un mandato di cattura per Yanukivich, che non si sa bene dove sia, però la situazione è molto grave. Dico questo perché anche nella città di Kharkiv, che è la seconda città d’Ucraina, polo industriale famoso anche all’epoca dell’Unione Sovietica, ci sono scontri tra "titushki", che sono queste milizie irregolari, reclutate da Yanukovich, comunque filo russe, e i manifestanti di "Euromaidan". La situazione è tutt’altro che pacificata. Kharkiv è una roccaforte importante: se il tentativo di secessione lì non va in porto allora l’Ucraina può stare sicura. Ma la battaglia in questo momento è proprio a Kharkiv.

D . –Differente comunque la situazione in Crimea…

La Crimea è sempre stata una roccaforte russofona. E’ più facile mobilitare una protesta e configurare uno scenario come quello dell’Ossezia del Sud, nel 2008, quando, con la scusa della tutela della popolazione russofona, i carri armati invasero la Georgia. Uno scenario di questo tipo è più probabile in Crimea piuttosto che nelle regioni dell’Est. Però è chiaro che in questo momento c’è grande paura per quello che potrebbe succedere a Kharkiv.

D. - In questo scenario Unione europea e Stati Uniti fanno pressione su Mosca affinché non ci sia un intervento, è un rischio reale?

R . – Il rischio è reale. L’intervento di Mosca potrebbe creare veramente una guerra civile. Finora non c’è stata una guerra civile, anche se molti l’hanno definita così. C’è stata una guerra del popolo: del popolo dell’Est e dell’Ovest contro un regime che è diventato una sorta di dittatura sanguinaria, visto quello che è successo nelle ultime settimane, non una guerra civile. Il rischio però di manipolare delle folle russofone - ricordiamoci che in Crimea sono stati emessi tanti passaporti russi a cittadini ufficialmente ucraini - potrebbe creare uno scenario molto pericoloso.

D. – Sono state anticipate le elezioni presidenziali al 25 maggio, anche la Timoshenko ha in un certo qual modo ribadito che non si candiderà…

R. – La Timoshenko ha dichiarato che non si vuole candidare in questa fase, non ha escluso la candidatura alle presidenziali il 25 di maggio.

D. – Questo porta una continuità con la "rivoluzione arancione" o ci sono differenze?

R. – Io credo che esistano differenze tra la "rivoluzione arancione" e questa rivoluzione, soprattutto anche rispetto alla polarizzazione Est-Ovest, perché la "rivoluzione arancione" nacque appunto come sussulto contro un regime corrotto che attraverso il broglio elettorale perpetrato da Yanukovich voleva insediare Yanukovich al potere. Poi ci fu la ripetizione del voto e vinse la coalizione degli arancioni. Però in quel momento era configurabile una dialettica Est contro Ovest, che è una dialettica che poi è cambiata nel corso degli anni. Adesso, invece, come ripeto c’è stata sollevazione popolare di tutto il popolo ucraino contro il regime Yanukovich e questo ha riguardato sia le roccaforti nazionaliste come Leopoli o le città dell’Ovest, ma anche città dell’Est. Ci sono stati "Euromaidan" molto forti a Kharkiv, a Zaporozhye, che era una città industriale dell’ex-Unione sovietica e addirittura qualche manifestante in Crimea per cui la situazione è diversa. Poi comunque io credo che gli eventi di questi giorni abbiano dimostrato che si chiude la fase del post soviet, quella fase che non si era conclusa nel 2004, ci vuole un ricambio, una rigenerazione della nazione ucraina. Il ricambio passa anche per nuovi volti e nuovi politici. Occorre non ripetere l’errore fatto dagli arancioni, nel 2004, quando le liti continue tra Timoshenko e Yushenko portarono a una crisi dell’elite che aveva vinto. In questo momento occorre unitarietà, occorre mettersi d’accordo su un candidato unitario per vincere le elezioni.

D. - Questo dal punto di vista interno. In questa situazione però è altrettanto necessario che il popolo ucraino sia sostenuto dall’Unione Europea, anche economicamente…

R. – Questa è un’altra delle priorità per cui in questa prima fase è importante che si vada a negoziare con l’Europa e con il Fondo monetario internazionale presentando una persona che sia credibile e che dia garanzie.







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