2014-02-24 17:11:02

Renzi al Senato: serve un cambio radicale nelle politiche economiche


Nel primo pomeriggio al Senato Matteo Renzi ha illustrato il programma di governo e chiesto la fiducia. Quindi il dibattito. In serata è prevista la replica di Renzi e il voto di fiducia. Domani sarà invece la Camera ad esprimersi. Al centro del suo discorso, gli interventi per rilanciare l’economia, la scuola e le riforme. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

E’ il tempo del coraggio. Matteo Renzi parla per un’ora e 10 minuti, presenta un governo politico per una svolta radicale e urgente di fronte, specialmente, al dramma della disoccupazione. Renzi indica nella data del primo luglio – inizio del semestre italiano di presidenza Ue - il termine entro cui fare i cambiamenti. Scuola e riforme sono centrali, oltre alle tre priorità in campo economico:

“Il primo elemento su cui prendiamo un impegno è lo sblocco totale - non parziale - dei debiti della pubblica amministrazione, attraverso un diverso utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti”.

La seconda priorità- prosegue – è la costituzione di un fondo di garanzia per le piccole e medie imprese che non riescono ad accedere al credito e poi la riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale, cioè il costo del lavoro per le imprese. E poi ancora serve la riforma della Giustizia. Nel suo intervento anche le riforme istituzionali: "noi proponiamo – dice - che entro marzo la riforma del Senato parta dal Senato e la riforma del titolo V dalla Camera". Non manca il tema dell’Europa che – afferma - non è la madre dei nostri problemi, nella tradizione europea e europeista sta la certezza che l'Italia ha un futuro e non solo un passato.

Renzi quindi sembra puntare al 2018. Alessandro Guarasci ha sentito il presidente dell'Istituto Sturzo, Roberto Mazzotta:RealAudioMP3

R. – In un Paese che sta morendo di pessimismo, l’idea di cercare di rivitalizzarlo è proprio indispensabile. Io spero che ce la facciano, ecco. In questo momento a mio avviso, bisogna mettere sperare che una frustata di ottimismo possa favorire le cose.

D. – Renzi ha parlato del taglio del cuneo fiscale, addirittura ha promesso una riduzione a due cifre. Non sarà però facile reperire le risorse..


R. – In tutti i Paesi deboli dell’Eurozona ci si è accorti che se non riparte l’attività produttiva, e quindi non si rimette in moto la macchina, non ci sarà mai nessun equilibro di spesa pubblica raggiungibile. E’ chiaro che speriamo che il governo riesca ad avere la credibilità necessaria e possa concordare con le autorità europee, che ne avrebbero pure loro bisogno, la possibilità di avere dei margini di flessibilità maggiori per rimettere in moto l’economia italiana. Il che vuol dire far riprendere la domanda, perché poi questa è la componente fondamentale. E com’è noto, la domanda interna dipende in maniera straordinariamente larga dalle disponibilità monetarie, che possono avere le famiglie. Quindi più è alto lo sforzo in questo senso e meglio è. Se uno fa sempre poi il calcolino: “Sì, ma questi dove li prendiamo adesso?” Non ci sono. Bisogna che si abbia il coraggio e la capacità e la possibilità di poter dire: L’equilibrio, quando possiamo recuperarlo in un tempo medio?

D. – Renzi ha anche parlato di saldare i debiti della pubblica amministrazione. Non è solo un’operazione economica, ma anche di credibilità da parte dello Stato...

R. – Tutte e due, ma anche economica, perché le aziende che fanno fatica a chiudere i loro conti in maniera sempre più forte, hanno dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione. Le cose indispensabili che occorrono proprio adesso per rimettere in moto la macchina produttiva sono: ridurre il costo del lavoro per l’impresa e quindi il cuneo; dare un po’ di liquidità alle aziende, quindi il rimborso dei crediti verso la pubblica amministrazione; e rimettere in moto il meccanismo del credito. Questi sono i tre punti chiave, e sono una manovra antirecessiva efficace.







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