Suor Candida, 107 anni, religiosa più anziana del mondo: la vocazione è fare sempre
e solo del bene
Il 20 febbraio scorso ha compiuto 107 anni: è Suor Candida, al secolo Alma
Bellotti, camilliana, ed è la religiosa più anziana del mondo. Ha festeggiato il suo
compleanno partecipando alla Messa a Santa Marta. Papa Francesco l’ha abbracciata
con affetto, facendole i complimenti per la buona salute. Veronese, figlia di un ciabattino
e di una casalinga, ha preso i voti 80 anni fa. Oggi vive a Lucca, dove continua a
esortare i giovani ad essere docili alla volontà di Dio. Perché fare la volontà di
Dio – dice - "è l'unica cosa che ci dà gioia piena". Federico Piana l’ha intervistata,
chiedendogli innnazitutto come sia nata la sua vocazione:
R. – Se lei
va in giardino e vede una piantina, come fa a sapere come è nata: la vede quando è
già nata! E io ho fatto lo stesso: non ho mai pensato alla vocazione prima di deciderlo.
Una famiglia cristiana, un’educazione sana, una persona forse normale: è la volontà
di Dio che è un mistero! Io leggevo molto, perché mi piaceva la vita… Ad un certo
momento un sacerdote del paese mi ha dato il libro “Il combattimento spirituale”.
Con questo libro ho cambiato idea ed ho detto alla mia sorella più grande: “Mi capita
questo sconvolgimento”. E lei mi disse: “Confidati con il sacerdote e digli tutte
le cose”. E lui, dopo un po’ che mi ha conosciuto, mi ha detto: “Con papà e mamma
hai parlato di queste cose?”. “Ma no, la mia non è vocazione!”. E lui mi ha detto:
“La tua è vera vocazione!”. Allora io gli ho detto: “Dopo queste sue parole, io con
papà e mamma parlerò subito!”. E’ maturata così… Una piantina che vediamo già col
fiorellino, ma come ha fatto quando era sotto terra, non lo sappiamo!
D. –
La sua attenzione è stata sempre per i più poveri, per le persone sofferenti…
R.
– Sempre! Lo scopo della vocazione è per fare il bene, altrimenti non è vocazione.
Io volevo andare missionaria in Africa con i Comboniani, ma non ho potuto perché quando
sono andata a dire al superiore comboniano: “Io sono pronta!”. Mi disse: “Non possiamo
prenderla, perché ne entrano 42 e noi non abbiamo il posto. Deve aspettare un anno!”.
“Ma io un anno non lo aspetto! E’ tanto che aspetto e quindi adesso vado via: o qua
o là”. E sono divenuta Camilliana. Lo scopo di una vocazione è fare il bene o con
la missione o con i malati o con i bambini o con gli zingari, ma far del bene.
D.
– So che lei prega il Rosario, ma so anche che ha ideato una preghiera…
R.
- Una preghiera? Due parole. E’ una cosa che fa bene a tutti, perché è breve e ha
una sostanza… “Ti lodo, ti adoro, ti ringrazio“ per il tuo amore, perché mi sopporti,
mi ami, mi vuoi bene… Ecco, “Ti lodo, ti adoro, ti ringrazio”: questa la preghiera,
sono poche parole, ma di sostanza grande, in poco tempo, anche camminando…
D.
– In 107 anni si è mai pentita della sua vocazione?
R. – Mai! Mai! Mai! Mai!
Ero appena entrata e andavo – ero postulante - con una suora anziana che andava a
fare le iniezioni ad una ammalata, a Lucca. Vicino le mura di Lucca, c’erano i ragazzi
che giocavano a pallone, mi sono corsi dietro e mi dicevano: “Ti pentirai! Ti pentirai!
Ti pentirai”. Con questa suora anziana siamo andati a fare un’iniezione a una mamma
con la tubercolosi, io l’ho aspettata fuori dalla porta, però si vedeva anche da lì
l’ammalata e l’ammalata mi ha visto e ha detto alla suora: “Chi è quella ragazza là?”.
E le rispose: “E’ una che vuole farsi suora”. Questa donna si mise a gridare e disse:
“Non si penta! Non si penta! E’ una mamma morente che glielo dice”. Mai, mai! Se mi
pento di qualcosa, sempre, è di non aver fatto abbastanza il bene.