2014-02-23 08:54:36

Spendere la vita al servizio della Chiesa: così il neo-porporato Gualtiero Bassetti


Neo-cardinale è anche l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti. Fabio Colagrande gli ha chiesto cosa significhi per la sua diocesi avere un vescovo cardinale:RealAudioMP3

R. – Certamente per loro è un fatto che li ricollega con Papa Leone XIII (già cardinale a Perugia, ndr), di cui è rimasto un grandissimo ricordo storico: anche viaggiando per l’episcopio, dappertutto emerge la sua figura e la sua azione pastorale. Ora, in un momento in cui è un po’ come ai tempi di Papa Leone, l’Umbria soffre, essendo una piccola regione, anche più delle altre, forse, di questa crisi economica e morale, veramente è stata una carezza del Signore e una carezza di Papa Francesco. La gente, ma anche le istituzioni l’hanno vista in questo senso. Quindi, veramente, l’Umbria è fiera non per la mia persona ma perché il Papa si è chinato sul vescovo di Perugia … D’altra parte, è anche il cuore di una spiritualità, l’Umbria: ricordiamo che gli ultimi dieci anni ha dato il nome a due Pontefici, a Benedetto e a Francesco. Benedetto, Patrono dì Europa, Francesco, Patrono d’Italia … Poi, è significativa per i suoi Santi, è un centro spirituale enorme a livello mondiale, soprattutto Assisi e Perugia è a 15 km da Assisi. La indicai anche al Santo Padre: gli dissi “Guardi, quella là è Perugia!”, e lui disse: “Così vicina, a 15 km da Assisi!”. E poi, naturalmente, il vescovo di Assisi è anche metropolita di gran parte dell’Umbria, compresa Assisi e quando io sono arrivato vescovo a Perugia, una delle cose che più mi ha allargato il cuore è stato anche questo rapporto con Assisi dato dalla metropolìa.

D. – Il Papa vi ha detto di accogliere il cardinalato con semplicità e con umiltà, non come un onore, come un premio. Come ha ricevuto queste parole?

R. – Ma, veramente, queste parole hanno fatto bene, perché io mi sento un pastore alla portata della gente, che naturalmente il cardinalato in se stesso mi poteva impressionare. Se uno m’avesse detto: “Ti ho fatto principe della Chiesa”, sarei fuggito … Principe della Chiesa … ma chi sono, io? Ad un certo momento il Papa dice: “Guarda che io ti chiedo questo servizio, anche alla Chiesa, alla mia persona. Però, è un servizio fatto nell’umiltà, senza esteriorità; non è un servizio di onore, ma veramente è spendere ora la tua vita, il tuo tempo, anche, nelle necessità della Chiesa”.

D. – Quanto si sente vicino al modo di concepire la pastorale, la missionarietà di Papa Francesco?

R. – Io non avevo mai coniato il suo slogan, che il pastore deve profumare di pecore, e non portavo – come fa lui – tutte le pecore sopra la croce, proprio per indicare che ci crede fino in fondo; però è stato il mio programma di vita. Io avevo sempre desiderato essere parroco per stare con la gente: era il mio ideale, dal seminario. E in fondo, però, per tantissimi anni ho dovuto fare il rettore del seminario, il vicario generale, sempre qualche cosa che poteva sembrare più indiretto. Io sono felice, da quando sono vescovo: sia quando mi trovavo a Massa Marittima-Piombino – la bellezza dell’Isola d’Elba! – ad Arezzo, con quelle quattro meravigliose vallate e tanta gente, a Perugia … Ecco, io godo, soprattutto arrivando in fondo alla settimana (ora poi ho anche la visita pastorale) di potermi immergere in mezzo alla gente, perché allora anche tutti i magoni che mi porto dentro – perché oggi la missione del vescovo è molto complessa, in tutti i sensi – svaniscono come hanno fatto le nuvole questa mattina: è arrivato questo bel sole all’improvviso … Per me, il sole è la gente …

D. – Infine, la scelta di dedicare alla famiglia questo Concistoro straordinario: cosa ne pensa?

R. – E’ meravigliosa, perché per noi, per la Chiesa, la famiglia è il tutto. Io definirei così la famiglia: la famiglia è l’immagine di Dio, della Trinità riproposta sulla terra. Dio è una comunione d’amore: Padre, Figlio e Spirito Santo, e la famiglia è questa comunione, e ne parliamo appunto con questa passione.

D. – La Chiesa deve rinnovare la sua pastorale familiare?

R. – La pastorale della Chiesa è in continuo rinnovamento: il Papa ci ha chiesto una conversione pastorale, e quindi a 360° si deve convertire. E naturalmente, siccome la famiglia è al centro della vita e dell’attenzione della Chiesa, è chiaro!







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