Papa Francesco: un cardinale non entra in una corte piena di intrighi, ma irradia
l'amore di Cristo nel mondo
Papa Francesco presiede nella Basilica vaticana la Santa Messa con i nuovi cardinali
e il Collegio cardinalizio. Ha iniziato la sua omelia prendendo lo spunto dalla Colletta
proposta da questa settima Domenica del tempo ordinario: «Il tuo aiuto, Padre misericordioso,
ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito». “Questa preghiera, pronunciata all’inizio
della Messa – ha detto - ci richiama ad un atteggiamento fondamentale: l’ascolto dello
Spirito Santo, che vivifica la Chiesa e la anima. Con la sua forza creatrice e rinnovatrice,
lo Spirito sempre sostiene la speranza del Popolo di Dio in cammino nella storia,
e sempre sostiene, come Paraclito, la testimonianza dei cristiani. In questo momento,
tutti noi, insieme con i nuovi Cardinali, vogliamo ascoltare la voce dello Spirito
che parla attraverso le Scritture proclamate”.
La santità cristiana non
è opera nostra, ma frutto della docilità allo Spirito “Nella prima Lettura
– ha proseguito il Papa - è risuonato l’appello del Signore al suo popolo: «Siate
santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo» (Lv 19,2). E Gesù nel Vangelo
riecheggia: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). Queste
parole interpellano tutti noi, discepoli del Signore; e oggi sono rivolte specialmente
a me e a voi, cari Fratelli Cardinali, in modo particolare a voi che ieri siete entrati
a far parte del Collegio Cardinalizio. Imitare la santità e la perfezione di Dio può
sembrare una meta irraggiungibile. Tuttavia, la prima Lettura e il Vangelo suggeriscono
gli esempi concreti affinché il comportamento di Dio diventi regola del nostro agire.
Ma ricordiamoci, tutti noi, ricordiamoci che senza lo Spirito Santo sarebbe vano il
nostro sforzo! La santità cristiana non è prima di tutto opera nostra, ma è frutto
della docilità – voluta e coltivata – allo Spirito del Dio tre volte Santo”.
Noi
siamo egoisti e orgogliosi ma la bontà e la bellezza di Dio ci attraggono Il
Levitico dice: «Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello … Non ti vendicherai
e non serberai rancore … ma amerai il tuo prossimo…» (19,17-18). “Questi atteggiamenti
– ha affermato il Papa - nascono dalla santità di Dio. Noi invece solitamente siamo
così diversi, così egoisti e orgogliosi… eppure la bontà e la bellezza di Dio ci attraggono,
e lo Spirito Santo ci può purificare, ci può trasformare, ci può plasmare giorno per
giorno. Fare questo lavoro di conversione, conversione nel cuore, conversione che
tutti noi – specialmente voi cardinali ed io – dobbiamo fare. Conversione!”.
Non
solo non dobbiamo restituire il male, ma dobbiamo fare il bene con larghezza “Nel
Vangelo – ha poi sottolineato - anche Gesù ci parla della santità e ci spiega la nuova
legge, la sua. Lo fa mediante alcune antitesi tra la giustizia imperfetta degli scribi
e dei farisei e la superiore giustizia del Regno di Dio. La prima antitesi del brano
odierno riguarda la vendetta. «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente
per dente. Ma io vi dico: …se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli
anche l’altra» (Mt 5,38-39). Non soltanto non dobbiamo restituire all’altro il male
che ci ha fatto, ma dobbiamo sforzarci di fare il bene con larghezza”.
Gesù
non è venuto a insegnarci maniere da salotto, ma a salvarci “La seconda antitesi
– ha rilevato - fa riferimento ai nemici: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo
prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate
per quelli che vi perseguitano» (vv. 43-44). A chi vuole seguirlo, Gesù chiede di
amare chi non lo merita, senza contraccambio, per colmare i vuoti d’amore che ci sono
nei cuori, nelle relazioni umane, nelle famiglie, nelle comunità, nel mondo. Fratelli
cardinali, Gesù non è venuto a insegnarci le buone maniere, maniere da salotto! Per
questo non c’era bisogno che scendesse dal Cielo e morisse sulla croce. Cristo è venuto
a salvarci, a mostrarci la via, l’unica via d’uscita dalle sabbie mobili del peccato,
e questa via di santità è la misericordia, quella che Lui ha fatto e che ogni giorno
fa con noi. Essere santi non è un lusso, è necessario per la salvezza del mondo. E’
questo che il Signore chiede a noi”.
Amiamo coloro che ci sono ostili,
benediciamo chi sparla di noi Papa Francesco ha poi continuato: “Cari Fratelli
Cardinali, il Signore Gesù e la madre Chiesa ci chiedono di testimoniare con maggiore
zelo e ardore questi atteggiamenti di santità. Proprio in questo supplemento di oblatività
gratuita consiste la santità di un Cardinale. Pertanto, amiamo coloro che ci sono
ostili; benediciamo chi sparla di noi; salutiamo con un sorriso chi forse non lo merita;
non aspiriamo a farci valere, ma opponiamo la mitezza alla prepotenza; dimentichiamo
le umiliazioni subite. Lasciamoci sempre guidare dallo Spirito di Cristo, che ha sacrificato
sé stesso sulla croce, perché possiamo essere “canali” in cui scorre la sua carità.
Questo è l’atteggiamento, questa deve essere la condotta di un Cardinale”.
Il
cardinale non entra in una corte, evitare intrighi, chiacchiere e cordate Poi
ha specificato: “Il Cardinale – specialmente a voi lo dico - entra nella Chiesa di
Roma, non entra in una corte. Evitiamo tutti e aiutiamoci a vicenda ad evitare abitudini
e comportamenti di corte: intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze.
Il nostro linguaggio sia quello del Vangelo: “sì, sì; no, no”; i nostri atteggiamenti
quelli delle Beatitudini, e la nostra via quella della santità. Preghiamo nuovamente
il tuo aiuto, Padre Misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito”.
Un
cuore vuoto di amore è come una chiesa sconsacrata “Lo Spirito Santo – ha osservato
- ci parla oggi anche attraverso le parole di san Paolo: «Siete tempio di Dio … santo
è il tempio di Dio, che siete voi» (1 Cor 3,16-17). In questo tempio, che siamo noi,
si celebra una liturgia esistenziale: quella della bontà, del perdono, del servizio,
in una parola, la liturgia dell’amore. Questo nostro tempio viene come profanato se
trascuriamo i doveri verso il prossimo. Quando nel nostro cuore trova posto il più
piccolo dei nostri fratelli, è Dio stesso che vi trova posto. Quando quel fratello
viene lasciato fuori, è Dio stesso che non viene accolto. Un cuore vuoto di amore
è come una chiesa sconsacrata, sottratta al servizio divino e destinata ad altro”.
Il Collegio dei cardinali aiuti la Chiesa a irradiare nel mondo l’amore
di Cristo Questa la conclusione: “Cari Fratelli Cardinali, rimaniamo uniti
in Cristo e tra di noi! Vi chiedo di starmi vicino, con la preghiera, il consiglio,
la collaborazione. E tutti voi, vescovi, presbiteri, diaconi, persone consacrate e
laici, unitevi nell’invocazione dello Spirito Santo, affinché il Collegio dei Cardinali
sia sempre più ardente di carità pastorale, più pieno di santità, per servire il Vangelo
e aiutare la Chiesa a irradiare nel mondo l’amore di Cristo”.