2014-02-23 13:11:29

Italia, nuovo Governo. Renzi: no agli spot, proveremo a ridurre le tasse


In Italia, il giorno dopo il giuramento del Governo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi è al lavoro per mettere a punto il discorso programmatico con cui chiederà la fiducia domani al Senato e martedì alla Camera. Al nuovo premier arrivano intanto le prime telefonate di congratulazioni da parte di leader mondiali, tra i quali il presidente americano Obama e quello francese Hollande. Il servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3

Niente annunci spot ma concretezza. Così su twitter, questa mattina, Matteo Renzi, consapevole che per le attese create e per le modalità di approdo a Palazzo Chigi il suo esecutivo non avrà a disposizione il normale tempo di rodaggio. E allora il neo premier, anche facendo riferimento a quanto fatto da sindaco, delinea gli immediati obiettivi del nuovo Governo: la riduzione dell’Irpef e delle tasse sul lavoro, il taglio della spesa pubblica; e lo stop alla burocrazia, definito la madre di tutte le battaglie. Messaggi indirizzati agli italiani e anche all’Europa, soprattutto in vista del semestre di presidenza dell’Unione. Considerata, questa, l’occasione migliore per rendere più flessibile il patto di stabilità e avere così a disposizione maggiori risorse da destinare a investimenti e crescita. Una strada difficile, che passa dal gioco di squadra, in particolare con il ministro dell’Economia Padoan, fino a poco tempo fa segretario generale dell’Ocse e consulente del Fondo Monetario internazionale. Personalità tecnica, dunque, apprezzata negli ambienti europei.

L’altra partita è quella della riforma elettorale. Dopo aver raggiunto con Berlusconi il patto sul cosiddetto Italicum, Renzi ha concordato con l’alleato Alfano del Nuovo Centrodestra di fare entrare in vigore il nuovo sistema di voto solo una volta riformato il Senato. Allontanando così, di fatto, l’ipotesi di ritorno immediato alle urne. E’ stato questo il presupposto per l’accordo di Governo. Contro il quale faranno opposizione, con toni e motivazioni diverse: Forza Italia, Lega, Sel e Movimento 5 Stelle. Restano poi le critiche di una parte della minoranza del Pd legata a Civati, che potrebbero anche tradursi in voto di sfiducia. Voteranno sì i Popolari per l’Italia, nonostante i malumori per la mancata riconferma del ministro Mauro. Il Governo Renzi può dunque contare su una maggioranza certa; la vera incognita è quanto questa maggioranza sarà ampia in Senato.







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