Ucraina, deposto il presidente Ianukovic, libera la leader dell'opposizione Timoshenko
In Ucraina destituito il presidente Ianukovic, allontanatosi da Kiev e che grida al
colpo di Stato e non cede alle dimissioni. Già attuato intanto un passaggio di poteri
con la nomina di presidente e premier ad interim per Turchynov, braccio destro di
Iulia Timoshenko, liberata dopo due anni di reclusione. Il servizio di Paola Simonetti:
L’Ucraina ad
una svolta, dopo mesi di tensioni e proteste finite nel sangue. L’opposizione in poche
ore ha messo alle corde il presiedente Ianukovic, allontanatosi da Kiev e bloccato
mentre cercava di lasciare il, paese e che in tv fa sapere di non volersi dimettere
in una situazione da colpo di Stato. Ma il passaggio di consegne è stato già attuato
in Parlamento con l’elezione a presidente e premier ad interim di Turchynov, braccio
destro della Timoshenko, liberata in queste ore dopo due anni di reclusione e che
ha commentato "La dittatura è finita”. L'Aula ha anche già deciso la data delle nuove
elezioni previste per il 25 maggio e approvato l'impeachment e la destituzione dell’ex
presidente con l'accusa di aver violato i diritti umani della popolazione ucraina.
A Kiev i manifestanti presidiano gli uffici istituzionali avendo dalla loro anche
la polizia che condivide il desiderio di un "cambiamento rapido nel paese". Preoccupata
la Russia, per la quale l’opposizione ha ceduto a estremisti armati le cui azioni
costituiscono una minaccia alla sovranità dell’Ucraina”. Gran Bretagna e Germania
invece sostengono il nuovo governo e chiederanno al Fondo monetario internazionale
di concedere aiuti finanziari vitali per il Paese.
Ma qual è l’atteggiamento
delle grandi potenze mondiali di fronte alla complessa crisi ucraina? Davide Maggiore
lo ha chiesto a Marco Di Liddo, analista del Centro Studi Internazionali:
R. – In questo
momento i grandi del mondo stanno a guardare. Certo, gli Stati Uniti sono intervenuti
perché in un dossier così ‘caldo’ come quello ucraino la presenza statunitense era
comunque fondamentale, anche a livello di dimostrazione politica di attenzione. Per
quanto riguarda poi la Russia, non vedrebbe con piacere un governo eccessivamente
filoeuropeo; però è altrettanto consapevole che il popolo ucraino - o una parte del
popolo ucraino - è desideroso di realizzare l’integrazione nelle strutture, nel sistema
di valori politici e identitari rappresentato dall’Europa.
D. – I grandi del
mondo – lei dice – restano in una posizione attendista. Ma cosa può fare, invece,
la Comunità internazionale?
R. – In questo momento la Comunità internazionale
- e soprattutto l’Unione Europea - può porsi come terza parte mediatrice e come organizzazione
e struttura in grado di favorire la pace e la stabilizzazione del Paese. Non è un
compito facile, perché i manifestanti non hanno una guida politica unitaria: al momento
rappresentano un complesso mosaico di diverse organizzazioni, che va dall’estrema
destra agli europeisti, agli attivisti dei diritti umani… In una situazione come questa
diventa ancora più difficile sedersi ad un tavolo, perché i manifestanti e coloro
che si oppongono al governo di Yanukovich non hanno un’idea politica comune e soprattutto
non hanno un obiettivo e un programma unitario, se non quello di voler vedere il presidente
Yanukovich rassegnare le dimissioni.
D. – A questo punto esiste una soluzione
condivisibile da tutte le parti?
R. – Una soluzione che potrebbe accontentare
tutte le parti è emersa: è quella di elezioni anticipate. Però è naturalmente una
soluzione temporanea.