I vescovi maltesi: gli ospedali siano “palestre di speranza”
Gli ospedali siano “palestre di speranza”, non solo luoghi di cura della sofferenza:
questo l’invito rivolto da mons. Mario Grech, presidente della Conferenza episcopale
di Malta, ai partecipanti al Forum per gli operatori sanitari svoltosi nei giorni
scorsi sull’isola. Richiamando la necessità di guardare gli ammalati con gli occhi
della misericordia e dell’umanità, il presule esorta al rispetto e alla difesa della
dignità dei pazienti, perché “l’assistenza medica non è solo scienza, ma arte terapeutica”
e, quando essa assume “un volto umano”, spesso si verifica “una guarigione più completa”
dei malati. In modo particolare, “quando la scienza non riesce a vincere la patologia
– continua mons. Grech – l’umanità degli operatori sanitari aiuta il paziente a confrontarsi
con la morte in modo dignitoso”. Quindi, il presidente dei vescovi maltesi ricorda
che “un malato è soprattutto una persona e non può essere ridotto ad un ‘caso clinico’
“; per questo, rapportarsi con lui significa “comprendere la sua interiorità” e rispettare
la sua identità “anche in situazioni difficili”. Riflettendo, infine, sull’etimologia
della parola “ospedale”, mons. Grech la mette in relazione con il termine “ospitalità”:
“ciò significa – spiega – che un ospedale non può essere inospitale”, anzi deve “offrire
accoglienza e prendersi cura di coloro che vivono un momento drammatico della loro
vita, soprattutto se dovuto a malattie croniche, irreversibili o terminali”. (I.P.)