2014-02-22 07:49:27

Accordo in Ucraina tra presidente e opposizioni


Cambia scenario la crisi ucraina. Dopo settimane di sanguinose violenze e grazie alla mediazione dell'Unione Europea, l'opposizione ucraina ha accettato di siglare ieri un accordo con il presidente, Yanukovich, per disinnescare la crisi politica a Kiev. Immediatamente approvata dal Parlamento di Kiev la riforma per limitare i poteri del presidente con il ritorno alla Costituzione del 2004, in vista di elezioni anticipate. Plaudono all’accordo Stati Uniti, Russia, Nato e Bruxelles. Il servizio di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

“Un compromesso necessario” secondo l’Unione Europea, una buona notizia per gli Usa per i quali resta tuttavia aperta l’ipotesi sanzioni. L’accordo raggiunto in Ucraina tra governo e opposizione fa tirare un respiro di sollievo dopo l’escalation degli ultimi giorni. Previste elezioni anticipate nei prossimi mesi e - subito - un governo di unita' nazionale. Il presidente Yanukovich, in perdita di consensi, ha dunque ceduto alle richieste delle opposizioni. La Rada ha già dato l’ok alla riforma per il ripristino della Costituzione approvata dopo la Rivoluzione Arancione del 2004, che limita i poteri presidenziali e ha concesso inoltre l'amnistia "incondizionata" per tutti i manifestanti. Deposto anche il ministro dell’interno Zacharchenko, accusato di aver usato violenza contro i dimostranti in piazza Indipendenza. Si aprono inoltre spiragli per scarcerazione della leader dell’opposizione Julia Tomoshenko: una riforma del codice penale in questa direzione è stata messa ai voti dal Parlamento.

Che valore ha l’accordo siglato tra governo e opposizione in Ucraina? Paolo Ondarza lo ha chiesto a Paolo Calzini, docente di studi europei all’Università Americana John Hopkins di Bologna:RealAudioMP3

R. – E’ il primissimo passo verso una soluzione politica, che invece prenderà molto più tempo, già gravata dagli strascichi delle violenze di questi ultimi giorni che hanno esasperato le contrapposizioni fra le varie parti, sia all’interno del Paese, sia anche all’esterno nei rapporti Unione Europea-Russia. Questo è un primo passo, ma resta poi il compito fondamentale di come arrivare a quello che sarà il nodo di svolta: nuove elezioni e la nomina di un governo legittimato, perché per adesso è un governo nominato, è un governo di coalizione, che dovrebbe in qualche modo unire i moderati delle due parti.

D. – Che cos’è che ha portato ad una accelerazione verso questo accordo?

R. – E’ un contraccolpo alla violenza estrema! Il secondo punto è che, in questo caso, credo che l’Unione Europea abbia ripreso una sua iniziativa e la presenza dei tre ministri degli esteri a Kiev e anche – mi pare di capire – di un rappresentante russo abbiano giocato a favore di una soluzione, costringendo in qualche modo Janukovic a prendere posizione e a cedere su tutta una serie di punti che l’opposizione gli chiedeva.

D. – A questo proposito, il potere di Janukovic sembra uscire fortemente ridimensionato dalle ultime giornate: prima la pressione della Comunità internazionale; poi il cedere di fatto al ritorno alla Costituzione del 2004, che ridimensiona i poteri del presidente; e ancora le numerose defezioni anche all’interno delle forze armate in segno di dissenso nei confronti della repressione attuata verso i manifestanti…

R. – Certo, Janukovic è con le spalle al muro! Una parte delle opposizioni vorrebbe le dimissioni di Janukovic: cosa che invece l’Unione Europea per prima non vuole, perché bisogna mantenere un dialogo tra le parti. Quindi Janukovic deve portare su di sé la responsabilità di portare avanti questo discorso in chiave politica. Però indubbiamente Janukovic è con le spalle al muro e se la situazione va avanti in questi termini perderà sempre più influenza e quando si arriverà alle elezioni io non dubito che vinceranno le opposizioni.

D. – Quindi c’è da aspettarsi una svolta in Ucraina?

R. – C’è una prima svolta. Adesso bisogna però realizzarla sul terreno di fatto: portandola alla normalizzazione, perché intanto la situazione è molto degenerata. Pensi che nelle regioni occidentali del Paese c’è – come dire – un governo insurrezionale… Quindi come riportare un ordine istituzioni entro il quale poi portare avanti un discorso politico di confronto elettorale aperto fra le parti? Quindi resta aperto il discorso, però questo è un primo passo.







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