La pratica dell'esorcismo: convegno in Sicilia. I sintomi della presenza malefica,
le possessioni e le preghiere di liberazione
La storia umana è
caratterizzata da una perenne lotta tra bene e male. "Lotta cominciata fin dall'origine
del mondo e destinata a durare, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno"(Gaudium
et spes). La pratica dell'esorcismo sta attraversando un periodo di novità che
coinvolge teoria e pratica, teologia e pastorale. In Sicilia, si è tenuto il X
Incontro di formazione degli esorcisti delle diciotto Diocesi dell'isola, organizzato
dal Centro regionale "Giovanni Paolo II" della Conferenza Episcopale Siciliana,
sul tema "Il discernimento dell'esorcista nelle terapie alternative". Per il teologo
don Giuseppe Mihelcic, ordinario di Storia e Teologia delle Religioni a Trento, "Papa
Francesco ha parlato in varie occasioni della presenza del demonio. Già Paolo VI nel
1972, aveva detto che chi non crede all'esistenza del demonio come essere personale
è fuori dalla fede della Chiesa". "Gli esorcisti hanno un compito prezioso. Aiutare
chi, in casi molto rari, è posseduto dal demonio, ma anche nella pastorale ordinaria,
ricordando che il demonio è presente nella vita normale e colpisce l'uomo soprattutto
attraverso la tentazione". Frà Benigno, frate minore, racconta la sua esperienza di
esorcista. "Collaboriamo con un gruppo di medici che partecipano all'esorcismo. Insieme
riflettiamo sulla patologia. E talora ci rendiamo conto che convivono possessione
e situazioni mediche". "Il fenomeno interessa sia i giovani che gli anziani. A rischio
ci sono anche i bambini, quando nascono, se vengono presi dopo il parto in cura da
ostetriche che consacrano di nascosto il nascituro a Satana". (a cura di Luca Collodi)