2014-02-20 17:30:28

Teologia della famiglia: progetto di salvezza, non un elenco di divieti


RealAudioMP3 "Dio ha un piano sul matrimonio. Nel suo progetto di salvezza il matrimonio, come amore tra un uomo e una donna, diventa salvezza per l'essere umano. Ciò dovrebbe essere una convinzione culturale diffusa, ma oggi, paradossalmente, è diventato 'controcultura'. Questo perché viviamo in una società pansessualista, per gli effetti perduranti della rivoluzione sessuale degli anni Sessanta. La nuova pastorale della Chiesa dovrà appunto generare questa nuova cultura della bontà del matrimonio nel piano di Dio, perché diventi luce per tutto il mondo". Così, don Juan José Pérez Soba, ordinario di teologia pastorale del matrimonio e della famiglia presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II (Pontificia Università Lateranense), risponde alla domanda che è al centro del Concistoro straordinario convocato da Papa Francesco in vista del Sinodo sulla famiglia: quale teologia della famiglia per la cultura attuale? Riprendendo le affermazioni del vescovo di Roma in apertura dell'incontro il prof. Pérez Soba aggiunge: "Come dice il Papa, oggi la famiglia è disprezzata e maltrattata, ma si tratta di un disprezzo culturale. Tutti i sondaggi e gli studi sociologici, in Italia come in Spagna, ci dicono infatti che la famiglia è l'istituzione più apprezzata dalla gente ma rifiutata dalla cultura. Le persone, infatti, desiderano la famiglia così come è intesa dalla Chiesa, ma devono avere aiuto dalla Chiesa stessa per vivere questa realtà. Per questa la famiglia è centrale nella nuova evangelizzazione". Don Pérez Soba commenta anche il distacco fra dottrina della Chiesa e prassi dei fedeli evidenziato dalle risposte ai questionari preparatori per il sinodo. "E' un dato già conosciuto", spiega. "Dimostra che in questi anni il vangelo della famiglia non è stato recepito e che quindi manca comunione ecclesiale". "La Chiesa è oggi chiamata, come già ricordava la 'Familiaris consortio', a riconsiderare la pastorale delle situazioni matrimoniali difficili - aggiunge il teologo della famiglia - perché la pastorale deve dare vita e deve guarire le ferite. L'amore umano è infatti una cosa molto bella, ma - proprio per questo - quando non si raggiunge pienamente provoca delle ferite. La pastorale non può tradursi solo in un modo per giudicare le persone. La Chiese deve aiutare ua persona che ha paura del 'per sempre' o che non ha saputo veramente curare la sua fedeltà. La pastorale deve aiutare queste persone a trovare l'amore pieno che Dio vuole per loro". "Per annunciare il Vangelo del matrimonio e della famiglia bisogna sempre considerare il contesto sociale e culturale in cui ci troviamo", aggiunge don Luigi Lorenzetti, teologo morale, docente di etica cristiana allo studio teologico S. Antonio di Bologna. "L'annuncio del vangelo non può essere fatto in astratto ma deve essere coniugato con la contemporaneità. E' necessario conoscere il più oggettivamente possibile la situazione del matrimonio e della famiglia oggi". "Dobbiamo riconoscere che la centralità del matrimonio e della famiglia per la persona, per la società e per la Chiesa è stato dal Concilio in poi al centro della dottrina e del magistero. Ma la recezione di questo insegnamento - commenta don Lorenzetti - è stata molto riduttiva, perché è stata ricondotta a un insieme di norme e di precetti intesi per lo più al negativo". "No ai contraccettivi, no al divorzio e al secondo matrimonio, no alla fecondazione artificiale". "Si tratta di una visione riduttiva che riduce la pastorale familiare a una precettistica, a una serie di norme e porta a una contestazione da parte della base dei fedeli cattolici e anche a forme di indifferenza verso insegnamenti che non sono rivolti a formarte le coscienze. Prima delle norme bisognerebbe mettere in evidenza il senso a cui quella normativa corrisponde. Prima del divieto dei contraccettivi vi è la questione del perché aprirsi alla vita, delle condizioni che impediscono l'apertura alla vita". Un commento simile arriva anche dal prof. Pérez Soba: "Al centro della pastorale familiare deve esserci sempre e solo l'amore umano. Dobbiamo insegnare alle persone ad amare, non dare un elenco di obblighi ma insegnare qual è il centro della vita che può dargli veramente pienezza". (a cura di Fabio Colagrande)







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