Qatar: in due anni, morti 500 migranti indiani nei cantieri per i Mondiali 2022
Circa 500 migranti originari dell'India sono morti in Qatar negli ultimi due anni,
con una media di 20 decessi al mese. Molti di loro lavoravano nei cantieri di Doha,
in preparazione dei Mondiali di calcio che si terranno nel 2022. I dati sono dell'ambasciata
indiana in Qatar, che però non ha indicato le circostanze in cui i suoi connazionali
hanno perso la vita. I numeri - riferisce l'agenzia AsiaNews - hanno scatenato nuove
proteste da parte di attivisti per i diritti umani, che li hanno definiti "eccessivi".
Il Qatar ha replicato, dicendo che questo tasso di mortalità è "nella norma". Secondo
i dati, 237 indiani sono moti nel 2012, e 241 nel 2013. Nel gennaio 2014 le vittime
sono state 24. Da quando la Fifa - nel 2010 - ha scelto il Qatar per i mondiali del
2022, i migranti indiani che hanno perso la vita sono stati 717. Ali Bin Sumaikh al-Marri,
a capo del National Human Rights Committee del Qatar, si è difeso dalle accuse di
violazioni dei diritti umani. "I numeri non sono esagerati - ha spiegato - se consideriamo
che gli indiani rappresentano la più grande comunità del Qatar". Pur non esistendo
un censimento ufficiale, secondo stime del governo più di 500mila migranti originari
dell'India si trovavano in Qatar alla fine del 2012: essi rappresentano il 26% della
popolazione. Nonostante le assicurazioni del governo e del comitato organizzativo
di Doha 2022, osservatori internazionali e attivisti per i diritti umani mostrano
preoccupazioni per la condizione in cui sono costretti a vivere e lavorare le centinaia
di migliaia di migranti. In modo particolare preoccupa l'ormai consolidato sistema
della kafala (sponsor): il lavoratore straniero è privato del passaporto e sottomesso
al suo datore di lavoro, che impone salari minimi, orari e ritmi di lavoro disumani,
divieto di licenziamento o espatrio. (R.P.)