Filippine: la Chiesa sull'inefficienza del governo nell'aiuto alle vittime del tifone
Il governo filippino non ha saputo fornire un "aiuto adeguato" ai parenti delle vittime
e ai sopravvissuti del tifone Haiyan, che tre mesi fa ha devastato diverse aree delle
Samar orientali e altre zone del centro del Paese. Il giudizio, durissimo, contro
l'operato dell'esecutivo e del Presidente Benigno Aquino è di mons. Crispin Varquez,
vescovo di Borongan, nella regione delle Visayas orientali. Il prelato - riferisce
l'agenzia AsiaNews - sottolinea che oltre ai controversi dormitori di emergenza allestiti
all'indomani del disastro, i progetti di ripresa sbandierati dal governo sono ancora
fermi al palo, mentre le sofferenze della popolazione si fanno sempre più acute. Intanto
Caritas Manila ha distribuito 70 milioni di pesos (quasi 1 milione e 600mila dollari)
per fornire mezzi di sussistenza e generi di prima necessità agli sfollati. Mons.
Varquez spiega di visitare con regolarità le aree colpite dal super-tifone, ma "per
ora ho visto solo dormitori" che sono "le uniche cose" fatte sinora dal governo qui
(nelle Samar orientali). Il prelato aggiunge che le vittime sono ancora in attesa
dei programmi e delle iniziative promesse dall'esecutivo; i progetti sono fermi e
a poco o nulla è servita la nomina dell'ex senatore Panfilo Lacson ad assistente del
Presidente per la riabilitazione e il recupero. "Non vi sono case e mancano le basi
per poter vivere" racconta il vescovo di Borongan, che imputa a Manila anche la colpa
di mantenere le famiglie all'oscuro circa la reale situazione dei progetti e le tempistiche
di attuazione. "Non so nemmeno quando partiranno - aggiunge - o se si trovano ancora
allo stadio di progettazione. Non ne ho idea". Intanto una rete di attivisti, la Tindog
People's Network, costituita da persone sopravvissute al tifone potrebbe presto intentare
un'azione legale nei confronti dell'amministrazione Aquino, per i fallimenti e le
incapacità mostrate nella gestione delle operazioni di soccorso e riabilitazione per
le popolazioni colpite dal tifone. Intanto la Chiesa filippina continua l'opera di
assistenza, come sottolinea padre Anton Pascual direttore esecutivo di Caritas Manila:
"Abbiamo già finito le prime operazioni per fronteggiare l'emergenza - racconta il
sacerdote a Radio Veritas - e abbiamo messo a disposizione 100 milioni di pesos (poco
più di 2,4 milioni di dollari) per le popolazioni di almeno 10 province". Hanno da
poco preso il via i programmi di recupero di medio e lungo periodo, per i quali i
vertici dell'ente caritativo cattolico e della Chiesa locale hanno previsto un esborso
iniziale di 70 milioni di pesos. Il denaro verrà usato per la costruzione di imbarcazioni,
la ristrutturazione delle scuole e delle chiese, in particolare a Iloilo e Leyte.
Abbattutosi sulle isole Visayas (Filippine centrali) lo scorso 8 novembre, Haiyan/Yolanda
ha colpito a vario titolo almeno 11 milioni di persone e per un ritorno alla piena
normalità saranno necessari otto miliardi di dollari. Ancora oggi vi sarebbero oltre
1.700 dispersi; il numero delle vittime sarebbe superiore a 5mila, anche se il presidente
Aquino ha voluto ridimensionare le cifre, sottolineando che le prime stime [superiori
a 10mila] erano frutto della reazione emotiva alla tragedia e il numero dei morti
non supera i 2.500. Del resto l'estensione del territorio, la sua frammentazione e
la difficoltà nell'accedere in alcune aree hanno rappresentato un serio ostacolo agli
interventi. Sono quasi 11 milioni gli abitanti che hanno subito danni o perdite a
vario titolo, sparsi in 574 fra municipalità e città diverse. (R.P.)