2014-02-20 15:00:53

Famiglia fra le priorità del futuro governo: lo chiede il Forum delle Associazioni Familiari


Sono giorni decisivi per il governo italiano, che sta per vedere la luce e una richiesta arriva dal Forum delle Associazioni Familiari: difendere la famiglia, soprattutto con una delega chiara. Lo spiega, al microfono di Debora Donnini, Francesco Belletti, presidente dello stesso Forum:RealAudioMP3

R. – Chiediamo, prima di tutto, che ci sia un’esplicita delega politica per le politiche familiari, perché il governo Letta non aveva attribuito una delega e, quindi, l’azione di governo non ha assolutamente considerato i bisogni delle famiglie. Poi, come urgenza, un alleggerimento della pressione fiscale sulle famiglie con figli e questa è una priorità, perché sono le famiglie a essere state più schiacciate dalla crisi in questi cinque-sei anni e finora hanno solo pagato. Si tratta, dunque, di dare giustizia ed equità e non si tratta di fare interventi assistenziali.

D. – Proprio questa mattina, il Papa ha sottolineato che la famiglia oggi è disprezzata, è maltrattata e invece ci è chiesto – ha detto – di riconoscere quanto sia bello formare una famiglia, essere famiglia...

R. – Sì, è come se fosse la grande assente, cancellata dal dibattito pubblico. Poi, quando si tratta di vedere i dati economici, si vede che il risparmio delle famiglie è stato quasi azzerato, che le persone fragili trovano prevalentemente in famiglia sostegno. I servizi pubblici sono in arretramento, i Comuni non hanno più soldi, il lavoro non c’è più e dentro la famiglia, i bambini disabili, le persone anziane, i disoccupati, i giovani che non trovano lavoro, sono protetti. Per noi, quindi, è come un grande motore di sviluppo. Se restituiamo alle famiglie un po’ di possibilità di spesa, sicuramente rifaranno partire l’economia. E’ poi un problema di speranza e di futuro: una società, che non riesce più a fare figli, è come se avesse già dichiarato la propria resa. Un segnale politico forte, quindi, da un nuovo governo, che in pochi mesi vuole rifare l’Italia, non può escludere la famiglia tra le sue priorità assolute.

D. – C’è un articolo su Avvenire di oggi in cui si parla del modulo "Inps Ap70", il modulo da compilare per ottenere la concessione dell’invalidità civile e delle relative erogazioni, in cui per i minori praticamente invece che “padre” e “madre”, si trova: “genitore 1” e “genitore 2”. Cosa pensate?

R. – Siamo di fronte alla “burocrazia creativa”. Parlare di “genitore 1” e “genitore 2” è in fondo una banalità, ma c’è dietro un progetto intenzionale di cancellazione dell’idea di paternità e di maternità, che è un’idea fondante dell’umano, che sta alla radice della famiglia, ma anche alla radice del vivere civile. Molti Comuni stanno rimodulando le scuole... Sembra una conquista di civiltà non parlare più di padre e di madre, invece domandarsi se un bambino vuole riconoscersi nell’espressione “genitore 1” e “genitore 2” chiarisce subito che non esistono genitori 1 e 2, ma ci sono papà e mamme, padri e madri. Qui non si tratta di difendere una tradizione, si tratta di dare il nome alle cose.

D. – Lei pensa che ci sia oggi un attacco alla famiglia?

R. – Non è che sia io a pensarlo, è oggettivo. Ci sono dei gruppi di opinione, delle figure pubbliche e anche una grande presenza nei principali mass media che tendono a cancellare la famiglia. Di solito, infatti, si usa l’espressione “famiglia tradizionale”, mentre si parla delle “nuove famiglie”. Invece, la famiglia naturale, che è quella riconosciuta in tutta la storia, è un luogo in cui le persone – un uomo e una donna – si mettono insieme, aperte alla vita e con un impegno pubblico, passando dal matrimonio. Questa è la famiglia naturale. Oggi, invece c’è un’idea di artificiale. Ognuno fa come vuole: uteri in affitto, maternità surrogate... E' in atto una grande ideologizzazione di questo luogo insostituibile della vita umana, che è la famiglia. L’attacco c’è, quindi, e forse alle famiglie è chiesta una grande responsabilità pubblica. Bisogna che tutti i genitori si mettano in movimento e reagiscano a questo discorso ideologico, che è contro la famiglia e quindi anche contro l’umano, contro la dignità delle persone.







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