2014-02-20 20:08:01

A Kiev è guerra: 100 morti nella giornata di ieri. L'Ue decide sanzioni


Precipita la situazione in Ucraina, dove soltanto ieri sarebbero stati contati 100 morti. Non ha quindi retto che poche ore a Kiev la tregua annunciata dal Presidente Yanukovich, al quale arrivano moniti dall’Ue e dagli Stati Uniti. Servizio di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

E’ a piazza Maidan, il centro della protesta anti-governativa, che sono ripresi gli scontri, che oggi, secondo fonti mediche, avrebbero causato 100 morti e 500 feriti, molte vittime, circa una sessantina, sarebbero manifestanti uccisi da colpi di arma da fuoco, 64 i morti, invece, secondo fonti governative. A piazza Indipendenza il cordone degli agenti è stato "forzato" dai manifestanti e le forze dell'ordine sono state costrette a indietreggiare. I rivoltosi hanno ora il controllo di quasi tutta la piazza e hanno fatto prigionieri una sessantina di poliziotti, al tempo stesso però iniziano le defezioni tra le forze dell’ordine: la polizia della Transcarpazia, regione sud-occidentale dell'Ucraina, sarebbe passata dalla parte dei manifestanti. Al presidente Yanukovic arrivano gli avvertimenti di Europa e Stati Uniti: deve ritirare subito le sue forze di sicurezza è rispettare il diritto a una pacifica protesta, è l’indicazione della Casa Bianca. A Bruxelles, l’Ue avrebbe deciso di procedere con il congelamento dei visti e dei beni di quanti sono responsabili delle violenze, e di agevolare invece i visti a feriti, civili e dissidenti. I ministri degli esteri francese, tedesco e polacco, attualmente a Kiev dove per sei ore hanno dialogato con Yanukovic, hanno presentato una road map in tre passi, al tempo stesso Bruxelles tenterà il dialogo con i russi. Per domani, alla Farnesina, è intanto atteso l’ambasciatore ucraino a Roma.Per sapere come la gente sta vivendo queste ore, Fausta Speranza ha raggiunto telefonicamente in Ucraina Danilo Eria, analista dell’Osservatorio per i Balcani:RealAudioMP3

R. – Qui, la gente veramente adesso teme per il peggio. Anche perché gli ultimissimi sviluppi fanno segnare un arretramento delle forze di sicurezza – cosa piuttosto strana, visto che nei giorni scorsi, ieri e l’altro ieri, erano riusciti a prendere quasi interamente la piazza. Si teme che possa essere una mossa per spianare la strada all’intervento dell’esercito. Ma, al di là del fatto se questa cosa sia plausibile o no, dà il segno di come la gente tema ormai per il peggio.

D. – Tra la gente, c’è la sensazione di un’Ucraina spaccata a metà?

R. – No, in realtà no. C’è, al contrario, la sensazione di una grande compattezza. Anche le province orientali, tradizionalmente filorusse, vicine al partito del presidente, al Partito delle regioni, stanno manifestando solidarietà nei confronti dei manifestanti. C’è la sensazione di uno scollamento forte con la classe dirigente, anche con i leader delle opposizioni.

D. – L’obiettivo è cacciare questa classe dirigente?

R. - Sì, cacciare questa classe dirigente. L’obiettivo principale è il presidente Yanukovich, sia nella persona del presidente sia anche come simbolo di un’intera classe dirigente altamente corrotta – a detta della popolazione, a detta della gente – e, ripeto, totalmente lontana dalla realtà del Paese.

D. – Danilo, tu sei in Ucraina da tempo: quali ti sembrano i problemi principali sulla pelle della gente?

R. - L’economia dell’Ucraina è veramente sull’orlo del default e stiamo vedendo la moneta locale perdere contro il dollaro e l’euro ogni giorno. Questo si traduce subito in una diminuzione della capacità del potere d’acquisto della gente, già scarsissimo.

D. – L’Ucraina è un Paese che da ex-Repubblica sovietica ha aperto al consumismo occidentale, pagando un caro prezzo in alcune generazioni. E' così?

R. – C’è stato un passaggio rapido all’economia di mercato, senza creare in realtà una rete di protezione per la gente che vive con stipendi molto bassi.

D. – Tu hai vissuto a Kiev le ore più calde e purtroppo anche più sanguinose: le scene più brutte che hai visto?

R. – Ci sono state tante scene brutte di violenza, che venivano proprio dalla pancia della gente. Però, voglio dire qui che si sono viste anche tante scene di grande solidarietà. Nelle retrovie della piazza, che era un vero e proprio campo di battaglia, un vero e proprio assembramento militare, c’era tanta solidarietà: c’erano le donne che cucinavano, le ragazze che passavano a distribuire il cibo alla gente, punti di assistenza sanitaria improvvisati…

D. – Danilo, dicci qualche frase che la gente ti rivolge? Cosa ti dice?

R. – La cosa ricorrente che mi sento ripetere è che l’Unione Europea si sbrighi, faccia qualcosa. Che i diplomatici, i capi di Stato europei, la smettano di parlare e agiscano immediatamente per fermare quello che è un bagno di sangue.

D. – La Nato e l’Unione Europea hanno preso posizione… Anche Obama ha detto: no a ingerenze militari… Però, dall’altra parte, c’è la Russia che parla di tentativo di colpo di Stato da parte della piazza, così come dice il premier ad interim ucraino…

R. – Indubbiamente, ci sono differenti letture di quello che sta succedendo ed è chiaro che le varie parti – in particolare penso alla Russia – cercano di vederla dall’altro lato e dipingere i manifestanti come terroristi che cercano di compiere un colpo di Stato. No c’è dubbio che ci siano violenti e facinorosi, chi cerca lo scontro tra i manifestanti, ma c’è gran parte della popolazione che chiede un cambio al vertice.

Ultimo aggiornamento: 21 febbraio







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