A Kiev è guerra: 100 morti nella giornata di ieri. L'Ue decide sanzioni
Precipita la situazione in Ucraina, dove soltanto ieri sarebbero stati contati 100
morti. Non ha quindi retto che poche ore a Kiev la tregua annunciata dal Presidente
Yanukovich, al quale arrivano moniti dall’Ue e dagli Stati Uniti. Servizio di Francesca
Sabatinelli:
E’ a piazza
Maidan, il centro della protesta anti-governativa, che sono ripresi gli scontri, che
oggi, secondo fonti mediche, avrebbero causato 100 morti e 500 feriti, molte vittime,
circa una sessantina, sarebbero manifestanti uccisi da colpi di arma da fuoco, 64
i morti, invece, secondo fonti governative. A piazza Indipendenza il cordone degli
agenti è stato "forzato" dai manifestanti e le forze dell'ordine sono state costrette
a indietreggiare. I rivoltosi hanno ora il controllo di quasi tutta la piazza e hanno
fatto prigionieri una sessantina di poliziotti, al tempo stesso però iniziano le defezioni
tra le forze dell’ordine: la polizia della Transcarpazia, regione sud-occidentale
dell'Ucraina, sarebbe passata dalla parte dei manifestanti. Al presidente Yanukovic
arrivano gli avvertimenti di Europa e Stati Uniti: deve ritirare subito le sue forze
di sicurezza è rispettare il diritto a una pacifica protesta, è l’indicazione della
Casa Bianca. A Bruxelles, l’Ue avrebbe deciso di procedere con il congelamento dei
visti e dei beni di quanti sono responsabili delle violenze, e di agevolare invece
i visti a feriti, civili e dissidenti. I ministri degli esteri francese, tedesco e
polacco, attualmente a Kiev dove per sei ore hanno dialogato con Yanukovic, hanno
presentato una road map in tre passi, al tempo stesso Bruxelles tenterà il dialogo
con i russi. Per domani, alla Farnesina, è intanto atteso l’ambasciatore ucraino a
Roma.Per sapere come la gente sta vivendo queste ore, Fausta Speranza ha raggiunto
telefonicamente in Ucraina Danilo Eria, analista dell’Osservatorio per i Balcani:
R. – Qui, la
gente veramente adesso teme per il peggio. Anche perché gli ultimissimi sviluppi fanno
segnare un arretramento delle forze di sicurezza – cosa piuttosto strana, visto che
nei giorni scorsi, ieri e l’altro ieri, erano riusciti a prendere quasi interamente
la piazza. Si teme che possa essere una mossa per spianare la strada all’intervento
dell’esercito. Ma, al di là del fatto se questa cosa sia plausibile o no, dà il segno
di come la gente tema ormai per il peggio.
D. – Tra la gente, c’è la sensazione
di un’Ucraina spaccata a metà?
R. – No, in realtà no. C’è, al contrario, la
sensazione di una grande compattezza. Anche le province orientali, tradizionalmente
filorusse, vicine al partito del presidente, al Partito delle regioni, stanno manifestando
solidarietà nei confronti dei manifestanti. C’è la sensazione di uno scollamento forte
con la classe dirigente, anche con i leader delle opposizioni.
D. – L’obiettivo
è cacciare questa classe dirigente?
R. - Sì, cacciare questa classe dirigente.
L’obiettivo principale è il presidente Yanukovich, sia nella persona del presidente
sia anche come simbolo di un’intera classe dirigente altamente corrotta – a detta
della popolazione, a detta della gente – e, ripeto, totalmente lontana dalla realtà
del Paese.
D. – Danilo, tu sei in Ucraina da tempo: quali ti sembrano i problemi
principali sulla pelle della gente?
R. - L’economia dell’Ucraina è veramente
sull’orlo del default e stiamo vedendo la moneta locale perdere contro il dollaro
e l’euro ogni giorno. Questo si traduce subito in una diminuzione della capacità del
potere d’acquisto della gente, già scarsissimo.
D. – L’Ucraina è un Paese che
da ex-Repubblica sovietica ha aperto al consumismo occidentale, pagando un caro prezzo
in alcune generazioni. E' così?
R. – C’è stato un passaggio rapido all’economia
di mercato, senza creare in realtà una rete di protezione per la gente che vive con
stipendi molto bassi.
D. – Tu hai vissuto a Kiev le ore più calde e purtroppo
anche più sanguinose: le scene più brutte che hai visto?
R. – Ci sono state
tante scene brutte di violenza, che venivano proprio dalla pancia della gente. Però,
voglio dire qui che si sono viste anche tante scene di grande solidarietà. Nelle retrovie
della piazza, che era un vero e proprio campo di battaglia, un vero e proprio assembramento
militare, c’era tanta solidarietà: c’erano le donne che cucinavano, le ragazze che
passavano a distribuire il cibo alla gente, punti di assistenza sanitaria improvvisati…
D.
– Danilo, dicci qualche frase che la gente ti rivolge? Cosa ti dice?
R. – La
cosa ricorrente che mi sento ripetere è che l’Unione Europea si sbrighi, faccia qualcosa.
Che i diplomatici, i capi di Stato europei, la smettano di parlare e agiscano immediatamente
per fermare quello che è un bagno di sangue.
D. – La Nato e l’Unione Europea
hanno preso posizione… Anche Obama ha detto: no a ingerenze militari… Però, dall’altra
parte, c’è la Russia che parla di tentativo di colpo di Stato da parte della piazza,
così come dice il premier ad interim ucraino…
R. – Indubbiamente, ci sono differenti
letture di quello che sta succedendo ed è chiaro che le varie parti – in particolare
penso alla Russia – cercano di vederla dall’altro lato e dipingere i manifestanti
come terroristi che cercano di compiere un colpo di Stato. No c’è dubbio che ci siano
violenti e facinorosi, chi cerca lo scontro tra i manifestanti, ma c’è gran parte
della popolazione che chiede un cambio al vertice.