Terra Santa. Il Patriarca Twal: difendere i palestinesi non vuol dire essere contro
Israele
I problemi e i conflitti tra israeliani e palestinesi avranno termine solo quando
si riconoscerà il ruolo cruciale delle religioni nel processo di pace, perché “non
possiamo pretendere di trovare una soluzione senza tenere in conto la dimensione spirituale
di questa terra”. Così il patriarca di Gerusalemme dei Latini Fouad Twal si è rivolto
al funzionario statunitense Shaun Casey nel corso di un colloquio concentrato sul
contributo decisivo che le comunità religiose sono chiamate a offrire per la pacificazione
della Terra Santa. Casey - riferisce l'agenzia Fides - dirige l'Office of faith-based
Community Initiatives, organismo connesso al Dipartimento di Stato Usa e istituito
dal Segretario di Stato John Kerry con la mission di rinnovare e rafforzare il ruolo
delle comunità religiose nella politica estera degli Stati Uniti. Nel colloquio –
i cui contenuti sono stati diffusi dalle fonti del Patriarcato latino di Gerusalemme
- sia l'inviato Usa che il patriarca hanno espresso grandi aspettative rispetto alla
prossima visita di papa Francesco in Terra Santa. Casey ha ribadito che la protezione
dei cristiani e la libertà di culto e di accesso ai Luoghi Santi sono al centro della
sollecitudine per la Terra Santa condivisa sia dal Vaticano che dagli Stati Uniti.
In particolare, l'attuale Segretario di Stato Usa – ha assicurato Casey - “è consapevole
del potere della fede nel processo di pace”, si è mostrato “attento alle inquietudini
dei cristiani di Terra Santa” e si proponeva di gettare le grandi linee di un accordo
tra le parti prima della visita papale. “Di certo” ha aggiunto Casey “le dichiarazioni
del Papa in occasione del suo prossimo viaggio saranno importanti per aiutare i due
popoli a procedere in questa direzione”. Dal canto suo, il patriarca ha avuto espressioni
di apprezzamento per la creazione dell'Ufficio per le iniziative confessionali, percepito
come un riconoscimento concreto del ruolo cruciale giocato dalle comunità religiose
nei processi di pace. A giudizio di mons. Twal, Gerusalemme deve rimanere “una città
aperta per i due popoli e le tre religioni”. Nella conversazione, ambedue gli interlocutori
hanno sottolineato i benefici che la pace porterebbe anche a Israele. “Difendere i
palestinesi” ha affermato il patriarca “non significa essere contro Israele”. “Tutti
devono rendersi conto di quanto la pace sarebbe benefica per le due parti non solamente
per i diritti dell'uomo, ma anche dal punto di vista economico” ha aggiunto al riguardo
Shaun Casey. (R.P.)