Situazione tesa in Ucraina. Dopo gli scontri di ieri fra polizia e manifestanti pro-Ue,
che hanno provocato 25 morti, i servizi di sicurezza ucraini hanno annunciato un’operazione
''antiterrorismo'' a livello nazionale. Intanto l’Unione europea considera la possibilità
di sanzioni. Anche gli Stati Uniti condannano le violenze. Il servizio di Debora
Donnini:
Non sono bastati l’amnistia annunciata domenica per 200 oppositori
e lo sgombero operato dai manifestanti di alcuni edifici pubblici prima occupati:
la tensione in Ucraina è tornata a crescere con gli scontri di piazza, ieri a Kiev,
dove sono morte 25 persone. L'Ue si appresta a decretare sanzioni contro i responsabili
della repressione in una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri convocata
per domani pomeriggio. Già oggi il presidente della Commissione Ue, Jose' Manuel Barroso,
ha telefonato al presidente ucraino Viktor Ianukovich per "chiedere l'immediato stop
della violenza" e la "ferma condanna dell'uso della forza" e ha detto che la Ue "e'
pronta a reagire fermamente ad un ulteriore deterioramento della situazione". Condanna
alle violenze anche dal presidente francese Hollande e dal cancelliere tedesco Angela
Merkel: domani i ministri degli Esteri di Parigi e Berlino si recheranno a Kiev con
il loro omologo polacco. Anche gli Stati Uniti starebbero considerando la possibilità
di varare sanzioni, ha affermato il segretario di Stato John Kerry, secondo quanto
riferisce la Cnn. Preoccupazione anche dal ministro degli Esteri italiano Bonino che
parla di rischio di una guerra civile. Da parte sua il presidente Viktor Yanukovich,
che nella notte ha parlato al telefono con il collega e alleato russo, Vladimir Putin,
ha proclamato per domani una giornata di lutto nazionale e accusato l'opposizione
di aver "passato il segno quando ha chiamato la gente alle armi". Le autorità ucraine
hanno, poi, lanciato un’operazione antiterrorismo in tutto il paese. E Mosca denuncia
un tentativo di "colpo di Stato" in Ucraina ed esige dai leader " dell'opposizione
lo stop alle violenze.
Dell’ipotesi sanzioni Fausta Speranza ha parlato
con Giandonato Caggiano, docente di diritto dell’Ue all’Università Roma Tre:
R. - Ci sono
alcune possibilità, una gamma di misure a partire da sanzioni diplomatiche, con espulsione
di diplomatici, rottura delle relazioni, sospensioni di visite ufficiali; fino a salire
anche alla sospensione di tutte le forme di cooperazione, il boicottaggio di manifestazioni
sportive o culturali. Inoltre, ci possono essere sanzioni commerciali che impediscono
l’ingresso di determinati prodotti, in particolare - in molti casi - si fa presa sull’embargo
della fornitura di armi. Ci possono poi essere sanzioni finanziarie con il congelamento
di fondi - eventualmente in banche dell’Unione Europea - poi il divieto di transazioni
finanziarie e di crediti all’esportazione e agli investimenti; fino a giungere addirittura
ai divieti di volo…
D. - Qualcuno in queste ore ipotizza sanzioni individuali…
R.
- Sì. Naturalmente, c’è una possibilità di fare un intervento “chirurgico”, introducendo
in particolari misure restrittive in relazione a specifiche persone che fanno parte
del governo, o del partito che sostiene il governo, o dei gruppi che sono in qualche
maniera controllati dal governo. C’è ormai una prassi consolidata di “sanzioni intelligenti”.
Certamente, questo è solo il primo strumento…
D. - Il premier ad interim parla
di colpo di Stato da parte dell’opposizione e la Russia gli fa eco. Dunque, qualunque
misura, qualunque movimento dell’Unione Europea sarebbe comunque un braccio di ferro
con la Russia…
R. - Certamente, la crisi in atto in Ucraina è esattamente il
conflitto tra un progressivo avvicinamento all’Unione Europea e al mondo occidentale
e un ingresso nell’orbita della Russia. È questo il punto in discussione. Evidentemente,
i partiti, le fazioni che sono in questo momento alla guida di quello che comincia
a delinearsi come un vero e proprio conflitto civile fanno valere le loro ragioni.
Da una parte, l’Unione Europea - sistema articolato di mercato unico con enormi vantaggi
– e, dall’altra, invece i finanziamenti economici dati dalla Russia, in particolare
per quanto riguarda il pagamento del gas, merce fondamentale per sopravvivere ai freddi
inverni dell’Ucraina.