L'Ue discute di sanzioni all'Ucraina dopo le violenze di ieri: 25 i morti a Kiev
Dopo gli scontri di ieri che hanno provocato 25 morti a Kiev e i falliti tentativi
di dialogo tra il presidente Janucovich e l’opposizione, per discutere della situazione
in Ucraina sono stati convocati d’urgenza per domani i ministri degli Esteri dell’Unione
Europea. Stamattina si è riunito il Comitato Politico e di Sicurezza della Ue (Cops)
per quello che la responsabile Catherine Ashton ha definito il "tragico deterioramento
della situazione in Ucraina". La Ashton ha sottolineato che "tutte le opzioni saranno
esplorate, comprese misure restrittive contro i responsabili della repressione e delle
violazioni dei diritti umani". Dell’ipotesi sanzioni Fausta Speranza ha parlato
con Giandonato Caggiano, docente di diritto dell’Ue all’Università Roma Tre:
R. - Ci sono
alcune possibilità, una gamma di misure a partire da sanzioni diplomatiche, con espulsione
di diplomatici, rottura delle relazioni, sospensioni di visite ufficiali; fino a salire
anche alla sospensione di tutte le forme di cooperazione, il boicottaggio di manifestazioni
sportive o culturali. Inoltre, ci possono essere sanzioni commerciali che impediscono
l’ingresso di determinati prodotti, in particolare - in molti casi - si fa presa sull’embargo
della fornitura di armi. Ci possono poi essere sanzioni finanziarie con il congelamento
di fondi - eventualmente in banche dell’Unione Europea - poi il divieto di transazioni
finanziarie e di crediti all’esportazione e agli investimenti; fino a giungere addirittura
ai divieti di volo…
D. - Qualcuno in queste ore ipotizza sanzioni individuali…
R.
- Sì. Naturalmente, c’è una possibilità di fare un intervento “chirurgico”, introducendo
in particolari misure restrittive in relazione a specifiche persone che fanno parte
del governo, o del partito che sostiene il governo, o dei gruppi che sono in qualche
maniera controllati dal governo. C’è ormai una prassi consolidata di “sanzioni intelligenti”.
Certamente, questo è solo il primo strumento…
D. - Il premier ad interim parla
di colpo di Stato da parte dell’opposizione e la Russia gli fa eco. Dunque, qualunque
misura, qualunque movimento dell’Unione Europea sarebbe comunque un braccio di ferro
con la Russia…
R. - Certamente, la crisi in atto in Ucraina è esattamente il
conflitto tra un progressivo avvicinamento all’Unione Europea e al mondo occidentale
e un ingresso nell’orbita della Russia. È questo il punto in discussione. Evidentemente,
i partiti, le fazioni che sono in questo momento alla guida di quello che comincia
a delinearsi come un vero e proprio conflitto civile fanno valere le loro ragioni.
Da una parte, l’Unione Europea - sistema articolato di mercato unico con enormi vantaggi
– e, dall’altra, invece i finanziamenti economici dati dalla Russia, in particolare
per quanto riguarda il pagamento del gas, merce fondamentale per sopravvivere ai freddi
inverni dell’Ucraina.