Haiti: la mediazione della Chiesa alla vigilia delle legislative
Resta ottimista il vescovo di Les Cayes, Chibly Langlois, sulla soluzione della difficile
trattativa che, come è noto, vede la Chiesa cattolica d’Haiti svolgere un ruolo di
mediazione tra partiti politici, parlamentari e membri del Governo per arrivare a
organizzare elezioni legislative e municipali entro l’anno. L’accordo sembra essere
stato trovato, ma manca ancora la firma. Il presidente del Senato, Simon Dieuseul
Desras, infatti, non si è presentato alla cerimonia fissata il 15 febbraio per la
firma dell’accordo. Tuttavia, il presule prima di lasciare la capitale per volare
a Roma, dove tra pochi giorni riceverà la berretta cardinalizia da Papa Francesco,
non ha mancato di manifestare il proprio ottimismo. «Credo che siamo sulla strada
giusta — ha detto — e anche se ancora le parti non hanno firmato l’accordo, sono fiducioso
perché ci sono tutte le condizioni». Infatti, ha spiegato, Parlamento ed Esecutivo
hanno chiesto un po’ più di tempo per risolvere positivamente dei problemi al loro
interno. «C’è bisogno di tempo per costruire bene quello che dobbiamo costruire».
Del resto, «ci sono segnali di buona volontà perché si possa trovare un accordo affinché
il nostro Paese torni a respirare felicemente, così che i bambini, le donne e gli
uomini possano vivere con la dignità dei figli e delle figlie di Dio». Da parte sua,
è stato assicurato, la Chiesa continuerà a pregare per il successo di questo dialogo.
Denominata «Insieme per il bene di Haiti», l’iniziativa di dialogo è stata fortemente
caldeggiata dalla Chiesa nel tentativo di fare uscire il Paese dal vicolo cieco in
cui si trova dopo il terribile terremoto di quattro anni fa. La trattativa ha preso
il via alla fine del mese di gennaio con l’obiettivo, come accennato, di arrivare
a un’intesa che permetta al Paese lo svolgimento delle elezioni parlamentari e municipali
che avrebbero dovuto tenersi già due anni fa, ma poi sono state sempre rinviate. Superando
così lo stallo della contrapposizione frontale tra il Presidente Michelle Martelly,
eletto nel 2011, e le opposizioni. Di qui il coinvolgimento della Conferenza episcopale.
«Credo che fosse necessario e urgente — ha spiegato nei giorni scorsi mons. Langlois
— mettere i soggetti politici intorno a uno stesso tavolo perché è la situazione socio-economica
del Paese a chiederlo. Viviamo in una crisi di Governo cronica. Se non vogliamo arrivare
a un’esplosione del Paese, ci si deve parlare». (T.C.)