Esorcisti: in Sicilia incontro di formazione per sacerdoti
E' iniziato un incontro ormai fisso per i 35 sacerdoti esorcisti che svolgono il loro
ministero in Sicilia. Alla sua decima edizione, l’incontro di formazione organizzato
dal Centro regionale “Giovanni Paolo II” si tiene fino a domani a Poggio San Francesco
nella diocesi di Monreale. Si parla di possessioni e di vessazioni diaboliche, ma
anche di pratiche esoteriche e di terapie alternative. Numerosi, negli ultimi anni,
i furti sacrileghi e triplicati in Sicilia i casi di persone bisognose dell’intervento
dell’esorcista, come conferma al microfono di Adriana Masotti, fra' Benigno
Palilla, esorcista, promotore dell’evento:
R. – Io sono
mancato da Palermo per sette anni, ma tornando ho notato una recrudescenza, per quanto
riguarda la possessione e la vessazione, diciamo in maniera generale, di persone che
hanno bisogno veramente dell’esorcista e quindi dell’esorcismo.
D. – Oltre
alla possessione vera e propria si parla anche di partecipazione a messe nere, sedute
spiritiche, ricorso a maghi e cartomanti, terapie alternative. E nell’incontro di
quest’anno si punta l’attenzione proprio su questo aspetto: le terapie alternative...
R.
– Ci sono delle terapie alternative che creano qualche problema. Fino a che punto
hanno un loro valore scientifico e fino a che punto invece possano nascondere qualche
situazione, qualcosa di magico, vorremmo approfondirlo attraverso persone esperte
in questo campo.
D. – Qual è il compito dell’esorcista? Quando entra in campo?
Solo nel caso di possessione vera e propria oppure anche in altri casi minori?
R.
– L’esorcista interviene sia per quanto riguarda la possessione strettamente detta,
cioè quando il demonio s’impossessa del corpo, sospende le facoltà di intelligenza,
memoria e volontà. Questa è la forma più grave, ma noi interveniamo anche quando c’è
la vessazione, cioè nel momento in cui dall’esterno il maligno agisce sulla persona
attraverso idee e pensieri ossessivi, che possono essere una patologia, ma possono
essere suscitati dal maligno. Interveniamo anche in caso d’infestazione diabolica,
cioè quando una casa è infestata: armadi che si spostano da una parte all’altra, finestre
e porte che si aprono da sole. Interveniamo anche quando oggetti nascondono a volte
la presenza malefica del maligno. Venendo, infatti, a contatto con certi oggetti,
l’individuo potrebbe avere delle conseguenze negative. Casi molto rari, evidentemente.
Oppure interveniamo in caso di avversione nei confronti della Chiesa, cosa che nasconde
a volte un’azione non ordinaria del maligno, come potrebbe essere una tentazione,
ma qualcosa in più.
D. – Immagino che l’esorcista lavori anche a contatto con
degli specialisti...
R. – Certo, io nel mio caso ho un’equipe medica, ho uno
psicopatologo forense, una pedagogista, una psicologa, due medici generici. Adesso
si è unito anche uno psichiatra, primario di un ospedale. Quindi, quando i casi sono
più complessi, convoco l’equipe, con cui li esamino, e poi tiriamo le somme.
D.
– Con che animo lei svolge il suo ministero?
R. – Tutto avrei voluto fare meno
che l’esorcista, solo che il Signore mi ha chiesto questo servizio e per amore di
Lui ho detto: “Va bene”. Non che io mettessi in discussione l’esistenza del diavolo,
ma non m’interessava più di tanto. Poi, naturalmente, una volta nominato esorcista,
ho dovuto cominciare a studiare, a partecipare a convegni nazionali e internazionali.
Il cammino che stiamo facendo è molto interessante. Quello che mi sembrava amaro si
è convertito in dolcezza dell’anima e del corpo. Adesso faccio questo servizio ben
volentieri, trattandosi di persone che soffrono.
D. – Fra Benigno, noi dobbiamo
aver paura del diavolo?
R. – No, assolutamente. È lui che ha paura di noi.
Naturalmente lui cerca di crearci paure. Una volta mi ha detto: “Io questa notte verrò
e ti bastonerò”. Adesso sono qui e ho notato che il Signore mi protegge. E lui che
aveva fatto lo spavaldo ha aggiunto: “Effettivamente non posso fare niente contro
di te, perché c’è un angelo che ti custodisce”. Non c’è da aver paura del maligno.
D. – Ecco, sì, ma io intendevo come cristiani, nel senso di stare attenti
a non cadere nelle tentazioni...
R. – Nelle tentazioni d’accordo, ma anche
per esempio evitare di aprire delle finestre pericolose. Un’eventuale seduta spiritica
apre delle finestre pericolose. Partecipare ad un rito satanico è una finestra pericolosissima.
L’esercitare la magia, quella vera è un pericolo grossissimo. Quindi lì bisogna stare
attenti.
D. – Come si spiega l’aumento di queste, non dico possessioni, ma
comunque manifestazioni del diavolo, in diversi modi? Perché si sono aperte troppe
finestre?
R. – Probabilmente. Penso di sì. C’è un’aggressione, attualmente,
che noto da parte del maligno, sia sul piano della semplice tentazione che su altri
piani di azione straordinaria. Come spiegarlo? C’è da pensare che ci sia qualcosa
che effettivamente facilita questa attività del maligno.
D. – Quindi la prudenza
è un modo per difendersi da questo pericolo?
R. – La prudenza, il vivere costantemente
in grazia, lo stare a contatto con il Signore, praticare i sacramenti, questo è come
uno scudo che ci difende. Certe esperienze, che si fanno, di peccato, ma di un certo
spessore, certo possono creare problemi anche sul piano dell’azione del maligno. Una
cosa che vorrei dire a livello ecclesiale è questo: le persone tormentate dal maligno
sono quelle più povere, che la Chiesa deve amare di amore e di predilezione. Sono
i nostri vescovi che ce lo dicono. La domanda che io faccio: quale amore di predilezione
noi abbiamo per queste persone? Nella preghiera dei fedeli domenicale si è mai fatta
un’intenzione per queste persone? Il ritardo delle liberazioni: noto per esempio che
ci sono casi per cui, nonostante preghi da 10 anni, la liberazione definitiva non
è ancora avvenuta. E mi domando: perché? L’esorcismo è liturgia, è la Chiesa che prega,
quindi è la Chiesa che libera. Conseguenza: se dietro l’esorcista non c’è una Chiesa
orante e penitente, le liberaziosi ritardano.