2014-02-19 07:47:48

A Bangkok relativa calma dopo la giornata di sangue di martedì


In Thailandia dopo la giornata di sangue di martedì, ieri la polizia è restata sulla difensiva, lasciando sostanzialmente via libera a nuove significative azioni di protesta. Il premier al sicuro in località ignota, mentre anti-governativi e agricoltori minacciano di invadere nelle prossimo ore la sede provvisoria dell'esecutivo a Bangkok, presidiata da polizia antisommossa e armata. Il servizio di Stefano Vecchia:RealAudioMP3

Dopo i duri scontri e le vittime di ieri per il tentativo della polizia di forzare un presidio presso il Palazzo del governo, oggi è arrivata la risposta della protesta alle accuse di volere fomentare i disordini e di impedire il pagamento degli arretrati dovuti ai risicoltori, anch'essi in aperta rotta di collisione con l'esecutivo. Migliaia di manifestanti si sono mossi dai presidi principali in un lungo corteo di auto e motociclette verso la sede di lavoro del premier Yingluck Shinawatra, da due mesi all'interno del segretariato permanente della Difesa, in un'area periferica della metropoli. Ad essi si sono aggiunti centinaia di agricoltori, parte di quelli che questa mattina hanno bloccato con pesanti catene gli ingressi del ministero del Commercio chiedendo agli impiegati di tornarsene a casa. Questa congiunzione tra protesta di piazza attiva ormai da oltre cento giorni e le rivendicazioni degli agricoltori che stanno voltando le spalle al governo dopo essere stati la sua più fedele base elettorale, è un elemento nuovo nel caos thailandese. Evidentemente non ha convinto la giustificazione che il ritardato pagamento del riso consegnato ai magazzini governativi derivi dal boicottaggio dell'opposizione. In realtà, il governo, che ora ha funzioni ridotte in quanto provvisorio, è responsabile per una politica risicola che nell'ultimo biennio ha creato enormi vuoti nelle casse pubbliche, ponendo nel contempo fuori mercato il paese, fino al 2011 maggiore esportatore di riso al mondo. Per la scarsa trasparenza del piano risicolo e la corruzione che lo ha interessato, da ieri la signora primo ministro è sotto indagine ufficiale della Commissione nazionale Anti-corruzione. Un altro elemento che pone lei e il suo esecutivo in una situazione assai difficile, nella prospettiva di impeachment. Intanto, la conta delle vittime della battaglia di ieri presso il ponte di Pan Fah è salita a 5 morti e 70 feriti. Dati già crudi, ma che soprattutto accrescono rabbia e voglia di rivalsa. Anche nei ranghi della polizia, che ha avuto un morto tra le vittime, ma che sempre più si trova davanti tra le fila di una protesta normalmente nonviolenta, individui armati, preparati militarmente e in grado di agire apparentemente indisturbati.

Ultimo aggiornamento: 20 febbraio







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