Pontificia Academia pro Vita, "una riflessione su invecchiamento e disabilità per
combattere l'indifferenza"
S.E. mons. Ignacio Carrasco de Paula, presidente della Pontificia Academia
pro Vita Abbiamo scelto
il tema " Invecchiamento e disabilità", per la nostra Assemblea genarale e il nostro
Workshop aperto al pubblico (19-22 febbraio), in funzione della sua importanza e attualità.
Con l'aumentare dell'età media sono sempre di più, infatti, gli anziani che con l'avanzare
degli anni debbono fare i conti con manifestazioni di disabilità. Allo stesso tempo,
chi è disabile da molti anni si deve confrontare con le difficoltà che aumentano e
la vita che si complica in seguito all'invecchiamento. La Chiesa offre da tempo dei
contributi importantissimi in questa materia. Ma quello che ci sta soprattutto a cuore
è risvegliare la dimensione trascendente. Renderci cioè conto che la nostra vita e
i nostri problemi vanno collocati in un contesto in cui c'è qualcosa di più di noi
stessi. Un qualcosa che è Dio. In questo senso ritengo che sia molto importante
ricordarsi di ciò che dice Gesù nel Vangelo: 'ogni volta che avete fatto queste cose
a uno solo di questi miei fratelli, l'avete fatto a me'. Ogni volta che facciamo qualcosa
per un nostro simile che è in difficoltà e ha bisogno di aiuto dobbiamo tener conto
che lo facciamo per lui esattamente come se lo facessimo per Nostro Signore.
Condividiamo
la preoccupazione di Papa Francesco per una 'cultura dello scarto' che tende a escludere
anche disabili e anziani. Mi pare un'espressione molto indovinata. Una variante di
quel termine 'cultura della morte', introdotto dal Beato Giovanni Paolo II. Quello
che va condannato è il trasferimento di un concetto commerciale ai rapporti umani.
Io per radermi uso delle lamette definite 'usa e getta'. Esistono degli oggetti che
una volta usati non servono più. Ma questo non si può trasferire al mondo degli esseri
umani, è assolutamente inammissibile.
Tra gli atteggiamenti sociali da
combattere c'è soprattutto l'indifferenza, che, ancora più della secolarizzazione,
è il vero male della nostra cultura, della società del terzo millennio. Il fatto
è che non si vogliono vedere certe cose sgradevoli, certe sofferenze che ci ricordano
che c'è bisogno di noi.
Non credo che l'estendersi di legislazioni contrarie
alla vita, che giungono ad autorizzare addirittura l'eutanasia dei minori, come accaduto
in Belgio, dipendano dalla diffusione di una cultura contraria alla vita. Credo
si tratti di scelte che vengono imposte alle popolazioni attraverso la propaganda
e la manipolazione dell'opinione pubblica. Sono leggi che vanno a risolvere problemi
inesistenti, perché certe problematiche legate alla sofferenza si possono risolvere
molto meglio in altra maniera. La morte non è mai una soluzione, in nessun caso.
Per
noi, il 20° anniversario di fondazione della Pontificia Academia pro Vita vuol dire
poco. Sono come venti giorni nella vita di una persona. Però ci permette di guardarci
indietro e riflettere sul percorso che abbiamo fatto da quando Giovanni Paolo II
volle istituire questa Accademia. Io credo che dobbiamo continuare nella linea
seguita fino ad adesso e cioè quella di cercare di aiutare a capire quali sono le
reali circostanze in cui nascono questi fenomeni che riguardano la vita umana. Basta
guardare a tutti i progressi fatti negli ultimi vent'anni dalla medicina e dalle scienze
biomediche che ci permettono di guardare al futuro con speranza. Ma la nostra caratteristica
è che possiamo considerare questi progressi in modo totalmente obbiettivo, perché
non siamo influenzati da fattori economici o dall'opinione pubblica e non siamo soggetti
a cliché. Perciò, studiando le fonti scientifiche di queste nuove realtà, possiamo
offrire una visione giusta, equilibrata. Ma il nostro intento, lo ricordiamo sempre,
non è solo di chiarire le intelligenze. Questi sono temi nei quali bisogna mettere
il cuore. Se si usano solo ragionamenti, teorie, ipotesi, il percorso che possiamo
fare è molto breve. Quando si parla di vita, dobbiamo sempre avere la coscienza che
siamo esseri umani. (a cura di Fabio Colagrande)