Ucraina. Leader della protesta chiedono alla Germania aiuti economici per il Paese
Concessa dal governo ucraino l’amnistia per i manifestanti dell’opposizione che, come
da accordi presi, hanno abbandonato gli edifici occupati e smantellato parzialmente
le barricate. I leader della protesta ieri hanno incontrato il cancelliere tedesco,
Angela Merkel, chiedendo alla Germania di mediare per un sostegno economico a Kiev.
Maura Pellegrini Rhao ne ha parlato con Fulvio Scaglione, vicedirettore
di Famiglia Cristiana, esperto dell’area ex sovietica:
R. – È un
segnale di distensione abbastanza importante, dopo che la situazione aveva rischiato
di deflagrare con violenze, mettendo addirittura a rischio l’unità dell’Ucraina. Da
qui a dire, però, che i problemi sono risolti naturalmente il passo è molto lungo,
perché le due direzioni sono così radicalmente opposte che trovare una composizione
finale sembra molto difficile. Il passare del tempo naturalmente aiuta il governo,
perché la situazione nel frattempo si decanta. Resta però il fatto che le due idee
sono inconciliabili. L’ipotesi a questo punto più probabile è che il presidente Janukovič,
pur di restare al potere, faccia concessioni un po’ più larghe.
D. – Se ci
fosse un dialogo costruttivo tra governo e manifestanti, quali potrebbero essere le
reazioni della Russia e dell’Europa?
R. – Queste manifestazioni sono state
ampiamente fomentate sia dalle autorità europee, sia dagli Stati Uniti, così come
naturalmente a favore del regime di Janukovič si è pesantemente schierata la Russia.
Resta sul fondo un problema veramente irresolubile: se l’Ucraina dipende quasi totalmente
dalla Russia per le sue forniture energetiche, se l’Ucraina ha 1.500 chilometri di
confine terrestre con la Russia, se la Russia vale per l’Ucraina circa il 22% dell’import
come dell’export, come si può pensare di intervenire su questa situazione senza raggiungere
prima un accordo con la Russia? Pare veramente impossibile.