Nigeria. Strage di civili: molti i cristiani. Padre Lombardi: "Fermare tanta assurda
violenza"
“Una situazione drammatica di terribile e orribile violenza, che colpisce tantissimi
innocenti tra cui molti cristiani. Preghiamo per le vittime e speriamo che i responsabili
trovino le vie per fermare tanta assurda violenza". Così il direttore della Sala Stampa
Vaticana, padre Federico Lombardi, sulla strage avvenuta in Nigeria durante la notte
tra sabato e domenica. Una formazione jihadista ha attaccato il villaggio di Izghe,
nello Stato nordorientale del Borno, al grido di “Allah Akbar”. Per mons. Kaigama,
arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza episcopale nigeriana “quest'ultimo
massacro non mi sorprende più, perché Boko Haram - ha detto - segue uno schema regolare,
volto a terrorizzare la popolazione”. Al momento il bilancio è di 63 morti, alcune
fonti parlano di 100 persone uccise. Il servizio di Giulio Albanese:
Durante la notte
tra sabato e domenica, una formazione jihadista ha attaccato il villaggio di Izghe,
nello Stato nordorientale del Borno, al grido di “Allah Akbar” (Dio è grande). Al
momento il bilancio è di 63 morti, ma non è da escludere che il computo delle vittime
possa salire nelle prossime ore. I sopravvissuti, molti dei quali cristiani, ancora
in stato shock, hanno raccontato alla polizia locale che le vittime sono state sgozzate
col machete o uccise a colpi d'arma da fuoco e che gli aggressori, dopo avere saccheggiato
alcuni depositi di derrate alimentari, sono fuggiti a bordo di una decina di autovetture
fuori strada. Il raid è avvenuto non lontano dal confine con un altro Stato nigeriano
del nordest, quello dell'Adamawa, dove molti dei superstiti hanno cercato protezione.
Si tratta di una regione in cui vige lo stato d'emergenza, dichiarato dal governo
di Abuja per fermare la violenta rivolta della formazione estremista islamica Boko
Haram, in corso da quattro anni. Da rilevare che da mercoledì scorso l’aviazione nigeriana,
coll’appoggio di reparti della fanteria nelle retrovie, ha avviato un’operazione di
bombardamenti a tappeto per snidare gli estremisti nei pressi del villaggio Izghe
(dove è avvenuta la strage), nella foresta Sambisa, lungo il confine con il Camerun.
Pare dunque che i terroristi abbiamo colpito non solo per intimidire il nemico, ma
soprattutto per riproporre sul campo le dinamiche di una guerra asimmetrica che sta
causando morte e distruzione.