Centrafrica: arresti e scissioni per i miliziani anti-Balaka
Ha portato a decine di arresti e al sequestro di armi detenute illegalmente l’operazione
congiunta tra soldati francesi e africani attuata nel fine settimana a Bangui, in
un tentativo di fermare le violenze delle milizie Anti-Balaka ai danni della popolazione
musulmana. Il disarmo forzato dei miliziani, ricercati casa per casa - riferisce l'agenzia
Misna - si è essenzialmente svolto nel quartiere di Boy Rabe, considerato uno dei
feudi degli Anti-Balaka nella capitale. All’operazione di sicurezza hanno partecipato
250 uomini tra agenti di polizia e peacekeepers. “Tutti gli individui trovati in possesso
di armi e munizioni sono stati identificati e saranno consegnati alla polizia centrafricana”
hanno annunciato fonti della missione africana in Centrafrica (Misca). Tra i combattenti
arrestati, 11 sono già stati trasferiti al carcere centrale di Bangui; quattro sono
alti responsabili degli Anti-Balaka, tra cui i luogotenenti Yvon Konaté e Hervé Ganazoui,
accusati di aver reclutato con la forza decine di giovani per costringerli a seminare
disordini e violenze. L’operazione congiunta tra i francesi di Sangaris e le truppe
africane della Misca è stata lanciata dopo il mandato spiccato dal procuratore della
Repubblica, Ghislain Gresenguet, che sta ricercando i massimi leader della milizia
che tiene in scacco Bangui dagli inizi di dicembre. I primi interrogatori dei combattenti
arrestati si sono svolti presso la base di Mpoko, sede della Misca; successivamente
sono stati consegnati alle autorità giudiziarie locali. E’ invece riuscito a scappare
un ricercato eccellente, Patrice Edouard Ngaissona, ex ministro e coordinatore politico
delle milizie. L’operazione attuata nel fine settimana ha inoltre fatto emergere una
spaccatura all’interno della ‘nebulosa’ Anti-Balaka. Ad annunciare la scissione è
stato il capitano Joachim Kokaté, al termine di un incontro col primo ministro di
transizione André Nzapayéké. Lo scorso anno Kokaté assieme a decine di militari delle
ex forze armate centrafricane (Faca) aveva raggiunto i ranghi degli Anti-Balaka con
l’obiettivo dichiarato di cacciare dal paese Michel Djotodia, capo della ribellione
Seleka autrice del colpo di stato del marzo 2013 ai danni dell’allora presidente François
Bozizé. “Dal momento che Djotodia ha rassegnato le dimissioni, le armi devono tacere
e le esazioni devono finire” ha dichiarato il capitano Kokaté, che ha preso le distanza
dall’ala guidata da Ngaissona, assicurando che il gruppo di Anti-Balaka cha rappresenta
“è pronto a cooperare con la comunità internazionale per il ritorno della pace”. Intanto
nel fine settimana i militari francesi hanno svolto le prime operazioni di sicurezza
a Bouar, una delle città più instabili del nord-ovest, già teatro di violenze su vasta
scala. Tra il 20 e il 22 gennaio scorso in rappresaglie incrociate hanno perso la
vita almeno 152 persone. L’obiettivo dei soldati di Sangaris è quello di disarmare
gli Anti-Balaka e recuperare armi e munizioni abbandonate dagli ex ribelli Seleka,
fuggiti nei paesi vicini. Il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian ha
annunciato che l’operazione in Centrafrica durerà più del previsto, con il coinvolgimento
di altri 400 uomini dispiegati a Bangui nelle ultime ore. (R.P.)