Africa. Sicurezza e sviluppo: nasce il "G5 del Sahel"
Coordinare le politiche di sicurezza e attuare progetti di sviluppo: è la doppia sfida
a cui dovrà far fronte il “G5 del Sahel”, istituito domenica scorsa a Nouakchott da
Mauritania, Burkina Faso, Niger, Mali e Ciad. Il presidente mauritano Mohamed Ould
Abdel Aziz è stato designato momentaneamente alla guida della “cornice istituzionale
di coordinamento e monitoraggio della cooperazione regionale”, nata “dalla volontà
comune di affrontare insieme le stesse problematiche”, si legge nel comunicato finale.
La regione del Sahel - riferisce l'agenzia Misna - è stata fortemente destabilizzata
dalla caduta del regime di Gheddafi in Libia nel 2011, diventando un covo di mercenari
e combattenti di gruppi jihadisti nonché una zona “franca”, in cui transitano armi
e droga. Per 18 mesi l’Azawad, vasta regione settentrionale e desertica del Mali,
è stata controllata da gruppi armati tuareg e da ribelli legati ad Al Qaida nel Maghreb
islamico (Aqmi). La crisi militare è in parte rientrata con l’intervento delle truppe
francesi di Serval e con il contributo di soldati africani, confluiti in una missione
Onu (Minusma) ancora operativa. Il conflitto in Mali ha avuto ripercussioni negative
anche sulla sicurezza dei paesi confinanti: sia il Niger che l’Algeria sono stati
colpiti da attentati terroristici, ai danni di infrastrutture produttive e cittadini
stranieri. Inoltre l’instabilità diffusa nella fascia del Sahel ha spinto i Paesi
occidentali – Francia in primis – ad impegnarsi militarmente nella regione, anche
con motivazioni economiche e strategiche. La comunità internazionale ha promesso ai
cinque Paesi in questione circa 8 miliardi di euro di aiuti entro fine anno: un’ulteriore
motivazione che ha spinto Nouakchott, Ouagadougou, Bamako, Niamey e N’Djamena a unire
le proprie forze. “L’idea di base è quella di privilegiare una serie di progetti in
zone lasciate all’abbandono, quindi propizie allo sviluppo del terrorismo” ha dichiarato
il ministero nigerino della Pianificazione, Amadou Boubacar Cissé, sottolineando che
“non si tratta dell’ennesima struttura o organizzazione ma bensì di un nuovo spazio
di solidarietà necessario per aiutarci ad organizzarci meglio”. Nel discorso pronunciato
davanti ai suoi omologhi, il presidente Abdel Aziz ha invece evidenziato “lo stretto
legame tra mancato sviluppo economico e insicurezza”, invitando i suoi vicini “a rimanere
vigili di fronte al perdurare delle minacce”. Il segretariato permanente del “G5”
sarà stabilito nella capitale mauritana ma la presidenza dovrebbe essere affidata
a un nigerino. Il prossimo vertice dei Paesi del Sahel si terrà in Ciad tra sei mesi.
Nel frattempo i nuovi alleati dovranno preparare una mappatura dettagliata delle problematiche,
dei bisogni e dei progetti da realizzare essenzialmente nel settore delle infrastrutture,
dalle strade alla fornitura di energia elettrica. (R.P.)