2014-02-16 11:05:05

Centrafrica. Una missionaria: al momento tutto è distrutto


L'Unione europea si è impegnata ad inviare 500 soldati in Repubblica Centrafricana, sconvolta da sanguinose violenze: Bruxelles, comunque, sta "cercando" di raddoppiare il numero dei propri militari, secondo il capo della politica estera dell'Unione europea, Catherine Ashton. L'annuncio fatto dalla Ashton arriva dopo che la Francia aveva a sua volta reso noto l'invio di 400 soldati nella sua ex colonia. Nelle ultime ore le forze internazionali hanno avviato una vasta operazione a Bangui, per il disarmo delle milizie anti-Balaka, resesi colpevoli di violenze nei confronti dei musulmani. Sulla situazione in Centrafrica, Lucas Duran ha raccolto telefonicamente la testimonianza di suor Elianna, missionaria comboniana operante nel Paese:RealAudioMP3

R. – E’ in atto anche un disarmo dei ribelli della Seleka, perché la maggior parte sono mercenari; quindi, tutti i lori generali compreso l’ex presidente di transizione, non sono più al potere. I francesi, con la forza dell’Unione Africana, stanno procedendo al disarmo e all’individuazione di questi gruppi, perché gli stranieri escano e quelli che rimangono possano essere - eventualmente - inseriti nell’esercito regolare.

D. - Però, quanto conta la presenza attuale dei francesi, dei Paesi dell’Unione Africana e l’appoggio da parte della Comunità internazionale, in particolare dell’Europa? Quanto conta per questo periodo di pacificazione - come speriamo che sia - la presenza del contingente francese, in particolare?

R. - Vorrei dire che la situazione attuale ha delle origini legate alla Comunità internazionale, quindi è più che doveroso che questa intervenga per cercare di riportare quel minimo di sicurezza che possa permettere la ricostruzione dello Stato, perché ricordo che attualmente non esistente uno Stato: non ci sono archivi, non c’è amministrazione, i funzionari sono partiti, l’esercito è scappato, tutto è stato distrutto. Serve questo intervento, che purtroppo è arrivato in ritardo, ma che per lo meno sta tamponando, cercando di riportare la sicurezza.

D. - Quanto il discorso religioso rientra effettivamente nella situazione di tensione, di difficoltà e di violenze che abbiamo raccontato in questi mesi?

R. - È davvero una strumentalizzazione. Si utilizza questa differenza facendola diventare una contrapposizione. Si sta cercando in tutti i modi di smentire, di far capire alle persone che non è così.







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