In Libia fuga di massa da un carcere Torna la calma dopo il tentato golpe
In Libia fuga di massa da un carcere libico: decine di detenuti sono scappati nelle
ultime ore dalla prigione Mager di Zlitan. Nel Paese comunque sembra tornata una relativa
calma dopo, quello che è stato definito "un tentativo di golpe" ieri, ad opera del
Capo delle Forze di terra, il generale Khalifa Haftar. Il premier Zeidan sottolinea
che ora “è tutto sotto controllo” e il militare è stato arrestato. Maura Pellegrini
Rhao ha raccolto il commento di Arturo Varvelli, ricercatore dell’Istituto
per gli Studi di Politica Internazionale :
R. - Secondo
me, bisogna parlare di “un colpo di non Stato”, perché in Libia non esiste ancora
uno Stato. È una situazione di continua instabilità, però io non attribuirei questo
tentativo ad un pazzo, come è stato fatto ad esempio da alcuni osservatori internazionali
e dallo stesso primo ministro Zeidan; questo è stato un tentativo di colpo di Stato,
certamente maldestro, certamente non preparato nella maniera adeguata, ma che faceva
leva probabilmente sulla possibilità che parte della popolazione e parte delle milizie
che si oppongono alla maggioranza del Congresso nazionale - che è in mano agli islamisti
- potessero accorrere in soccorso di questo tentativo di golpe. Quindi, si confidava
in questo, nell’appoggio popolare e soprattutto nel grande malcontento della popolazione
e di molte milizie verso il Congresso nazionale.
D. - L’importanza della Costituzione
è centrale, eppure si continua a minarla …
R. - Questa è una battaglia, perché
nel quadro caotico libico, dove non c’è il monopolio dell’uso della forza da parte
dell’autorità centrale, c’è una costante, crescente polarizzazione del conflitto tra
le forze islamiste e le forze più secolariste, laiche. Anche vedendo quello che è
successo in Egitto, certamente questo non facilita una riconciliazione nazionale vera
e propria del Paese. La tensione è molto alta, il governo e l’autorità centrale sono
incapaci di mantenere il controllo di gran parte del Paese e, quindi, questa è la
situazione che si sta creando e come uscirne è veramente difficile.
D. - È
scaduto il mandato del governo, ma rimane ancora in carica …
R. - Zeidan è
parte di questa lotta politica. Ci sono molte fazioni in lotta e Zeidan è ancora appoggiato
- tutto sommato - dalle forze laiche che non vogliono certamente farlo cadere, lo
sorreggono con tutte le forze, perché farlo cadere vorrebbe dire – appunto - "passare"
anche il governo, dopo il Parlamento, alle forze islamiche e questo preoccupa non
poco le forze laiche. Questa è una delle chiavi di volta. Quindi un governo debolissimo,
quasi fantoccio, tenuto in piedi a forza, ma che comunque è visto come un ultimo baluardo
contro forze islamiche che possono conquistare tutto il potere.