Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella sesta Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui
Gesù dice di non essere venuto ad abolire la Legge o i Profeti, ma per dare compimento.
Poi aggiunge:
“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e
dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”.
Su questo brano evangelico
ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio
Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
Il Vangelo di
oggi è una “buona notizia” che viene a scuoterci dal nostro sonno, dal nostro quotidiano
compromesso con il mondo. Il Signore non vuole un compimento formale della legge,
che non coinvolga il cuore; sapendo bene che ciò che contamina l’uomo sono le violenze,
i giudizi, gli adulteri che escono dal cuore dell’uomo, è venuto a “dare compimento”
alla legge antica. Si è interamente donato, offerto alla volontà del Padre e, risuscitato
dai morti, ci dona uno spirito nuovo. Non si entra nel Regno di Dio con l’osservanza
meticolosa della legge, come facevano scribi e farisei: ora è possibile una “giustizia
superiore”: “Siate santi, come io sono santo” (Lev 19,2). Ora il Signore può rileggere
per noi tre comandamenti antichi: È stato detto: “Non ucciderai”; “ma io vi dico:
chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio”, ed
anche parole come i quotidiani: “Stupido”, “Sei pazzo!” ai fratelli ci assicurano
il “fuoco della Geenna”. Gesù chiede una vera riconciliazione con il fratello prima
di ogni gesto religioso, prima di presentare l’offerta all’altare. All’antico: “Non
commetterai adulterio”, il Signore aggiunge: “Ma io vi dico: chiunque guarda una donna
per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore”. E lo stesso
vale per il ripudio. E questa parola del Signore non si svuota, non si banalizza solo
perché oggi tutti lo fanno. E davanti al nostro moltiplicare parole vuote, il Signore
dice: “Ma io vi dico: non giurate affatto…”, anzi “sia il vostro parlare: Sì, sì,
No, no; il di più viene dal Maligno”.