2014-02-15 08:43:02

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella sesta Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù dice di non essere venuto ad abolire la Legge o i Profeti, ma per dare compimento. Poi aggiunge:

“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:RealAudioMP3

Il Vangelo di oggi è una “buona notizia” che viene a scuoterci dal nostro sonno, dal nostro quotidiano compromesso con il mondo. Il Signore non vuole un compimento formale della legge, che non coinvolga il cuore; sapendo bene che ciò che contamina l’uomo sono le violenze, i giudizi, gli adulteri che escono dal cuore dell’uomo, è venuto a “dare compimento” alla legge antica. Si è interamente donato, offerto alla volontà del Padre e, risuscitato dai morti, ci dona uno spirito nuovo. Non si entra nel Regno di Dio con l’osservanza meticolosa della legge, come facevano scribi e farisei: ora è possibile una “giustizia superiore”: “Siate santi, come io sono santo” (Lev 19,2). Ora il Signore può rileggere per noi tre comandamenti antichi: È stato detto: “Non ucciderai”; “ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio”, ed anche parole come i quotidiani: “Stupido”, “Sei pazzo!” ai fratelli ci assicurano il “fuoco della Geenna”. Gesù chiede una vera riconciliazione con il fratello prima di ogni gesto religioso, prima di presentare l’offerta all’altare. All’antico: “Non commetterai adulterio”, il Signore aggiunge: “Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore”. E lo stesso vale per il ripudio. E questa parola del Signore non si svuota, non si banalizza solo perché oggi tutti lo fanno. E davanti al nostro moltiplicare parole vuote, il Signore dice: “Ma io vi dico: non giurate affatto…”, anzi “sia il vostro parlare: Sì, sì, No, no; il di più viene dal Maligno”.







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