Da dove nasce il divario Nord-Sud? Per un libro le classi dirigenti prime colpevoli
Il divario economico e sociale tra Nord e Sud in questi anni è aumentato. Da dove
nasce questo divario? Per alcuni storici le colpe risalgono alla monarchia normanna;
altri accusano il Settentrione di aver depredato il Mezzogiorno dopo l’Unità d’Italia.
L’economista Emanuele Felice, autore del libro “Perché il Sud è rimasto indietro”
edito da Il Mulino, ha un’altra tesi: sono state le classi dirigenti meridionali a
ritardare lo sviluppo, dirottando le risorse verso la rendita più che verso gli usi
produttivi. Sentiamo Felice intervistato da Alessandro Guarasci:
R. - Vi
era una disuguaglianza maggiore al Sud; vi era un contesto agrario e in quel contesto,
con una disuguaglianza molto forte, i baroni del Mezzogiorno avevano poco interesse
ad avviare un processo endogeno di modernizzazione industriale. Ma anche in altri
aspetti, come - ad esempio - nell’istruzione avevano meno interesse.
D. - Però,
finché non arriva la grande rivoluzione industriale, tutto sommato, Sud e Nord, sotto
alcuni aspetti anche si equivalgono…
R. - Sì, questo è normale. E’ la granderivoluzione industrialea creare le differenze dei redditi, perché li innalza:
con la rivoluzione industrialei Paesi che si industrializzano, aumentano il
reddito. Però in alcuni aspetti era simili, in altri erano già diversi: per esempio
l’istruzione era molto più alta al Nord.
D. - Ultimamente c’è un filone storiografico
e anche giornalistico che in sostanza dice che il Sud, dopo l’Unità, sia stato letteralmente
depredato dai piemontesi. Lei è d’accordo?
R. - I piemontesi, quando hanno
fatto l’Unità, hanno commesso degli errori per il Sud: su questo non c’è dubbio! Poi
alcune cose che hanno fatto sono andate anche a vantaggio del Mezzogiorno: ad esempio
l’istruzione pubblica, ad esempio la liberalizzazione che hanno fatto i piemontesi
del commercio con l’estero… Se ha danneggiato l’industria del Mezzogiorno, ha dato
però benefici all’agricoltura del Mezzogiorno. Bisogna anche contestare un atteggiamento
di fondo: non è che se il Sud oggi è arretrato può dipendere da errori commessi 150
anni fa!
D. - Questi errori poi, in qualche modo, si sono perpetrati anche
in quella che è stata la Cassa per il Mezzogiorno e in tutti gli interventi statali
successivi…
R. - La Cassa per il Mezzogiorno è stato un grande piano di aiuti,
che l’Italia ha fatto. Non si è svolto come avrebbe dovuto svolgersi, secondo me.
E questo perché si è pensato di imporre nuovamente l’industrializzazione sul contesto
locale e malgrado il contesto locale. E questo non è riuscito. Quello che bisogna
fare è dare un contesto di regole che creino incintivi per i comportamenti virtuosi.