Indonesia: allarme eruzione. Ordinata evacuazione di massa
Le autorità indonesiane hanno ordinato l’evacuazione di almeno 200.000 persone dai
dintorni del vulcano Kelud, interessato da una spettacolare eruzione. Lo stato d’allerta
è stato decretato la scorsa notte dopo l’intensa emissione di cenere incandescente
e di rocce dal cratere di uno più pericolosi vulcani dell’arcipelago, che domina aree
fittamente popolate dell’isola di Java. Un terzo dell’isola, per un raggio di 500
chilometri, è ricoperto in varia misura dalla cenere. Fermi i voli negli aeroporti
di Jogyakarta, Solo e Surabaya. La popolazione locale - riporta l'agenzia Misna -
è stata colta di sorpresa e molti sono dovuti fuggire abbandonando ogni cosa sotto
una pioggia di cenere e fango che ha ricoperto per intero il distretto di Kediri.
L’evacuazione degli abitanti entro un raggio di 10 chilometri dalla base del vulcano
potrebbe non bastare e le autorità stanno pensando di estendere l’area di sicurezza
ad almeno 15 chilometri. Questa mattina il Centro di vulcanologia e di controllo dei
disastri geologici ha dichiarato la massima allerta dopo una serie di scosse provenienti
dal cono che si alza per 1.731 metri. Il Kelud, caratterizzato da eruzioni improvvise
e di forte intensità, si era risvegliato l’ultima volta nel 2007 e l’eruzione aveva
causato una trentina di morti, mentre la sua manifestazione più letale si è registrata
nel 1919 con migliaia di vittime. Un evento che arriva mentre pare acquietarsi il
Sinabung, nella lontana Sumatra, che dopo mesi di intensa attività e di allerta per
le popolazioni, con 17 vittime finora accertate, sta attraversando un periodo di relativa
calma. Il Kelud, come il Sinabung e una mezza dozzina di vulcani monitorizzati in
questo periodo, fanno parte dei 129 vulcani attivi nell’arcipelago indonesiano; uno
degli elementi, insieme ai terremoti (e conseguenti tsunami, a volte) che manifestano
la piena appartenenza dell’Indonesia all’“anello di fuoco” che dal Pacifico arriva
fino al Mediterraneo. (R.P.)