India. Messaggio dell'Assemblea dei vescovi: "Essere davvero una Chiesa dei poveri"
Per essere autenticamente evangelizzatrice, la Chiesa è chiamata a diventare esempio
di semplicità, trasparenza, giustizia, misericordia, in una società inquinata da corruzione
e violenza: è quanto afferma il comunicato finale della 31a assemblea della Conferenza
episcopale indiana (Cbci), che si è conclusa questo giovedì a Palai, in Kerala, sul
tema “Una Chiesa rinnovata per una società rinnovata”. Nel testo inviato all'agenzia
Fides, i vescovi dicono, sull’esempio di Papa Francesco: “Vogliamo che la Chiesa sia
veramente una Chiesa dei poveri”. Nella nota giunta all'agenzia Fides, i 187 Vescovi
partecipanti ribadiscono che “la Chiesa in India cerca di vivere secondo la visione
del Concilio Vaticano II”: “Riaffermiamo la visione di Chiesa, sancita nella costituzione
Lumen gentium, come popolo di Dio in cammino verso Cristo” e come “comunità evangelizzatrice”,
indicata nel decreto Ad Gentes. Inoltre “vogliamo essere, come detto nella costituzione
Gaudium et spes, una Chiesa coinvolta nelle lotte dell'umanità sofferente, sulla base
dei principi di rispetto per la persona, di solidarietà e dialogo”. Nella dinamica
interna della Chiesa, i vescovi intendono valorizzare “le piccole comunità cristiane,
nate in molti luoghi, radicate nella Parola e nell'Eucaristia”, che “sono segno di
vitalità e strumento di formazione e di evangelizzazione”. Sui piani e gli orientamenti
futuri, i vescovi notano che occorre promuovere l’esperienza e l’incontro con Dio,
attraverso la Parola e i Sacramenti. Da qui deriva tutto il resto: “L'esperienza di
Dio porta a una conversione interiore resa visibile nella semplicità della nostra
vita, nell’atteggiamento di amore, compassione e perdono, sull’esempio di Papa Francesco”,
affermano. “L'esperienza di Dio porterà al coinvolgimento con gli emarginati, con
quanti vivono nelle periferie economiche, culturali e sociali. Parleremo contro tutte
le forme di ingiustizia perpetrate contro di loro e faremo valere i loro diritti”
prosegue il testo. “Vogliamo che la Chiesa sia veramente una Chiesa dei poveri” dicono
i Presuli, riaffermando “piena solidarietà con i dalit in India che continuano a essere
oppressi”. La Conferenza episcopale “ribadisce la sua volontà di lottare per la parità
dei diritti dei dalit cristiani, chiedendo l’abolizione dell’Ordine presidenziale
del 1950, che discrimina ingiustamente i dalit cristiani”. Inoltre la Chiesa si impegna
a “sradicare tutte le forme di discriminazione al suo interno e a garantire pari opportunità
ai dalit cristiani”.Il messaggio si sofferma anche sul ruolo dei laici, a cui va dato
maggiore spazio nella pastorale; tocca poi la lotta contro la discriminazione delle
donne, cui vanno assicurate “pari dignità e pari opportunità”, appoggiando la campagna
“contro il feticidio femminile e la violenza di genere”. I Vescovi chiedono una “più
significativa presenza cristiana nella vita politica e pubblica” e propongono il dialogo
“come stile di presenza in una terra ricca di culture e religioni antiche”: “La Chiesa
in India deve essere una Chiesa in dialogo. Esortiamo il fedeli laici a impegnarsi
nel dialogo di vita” dice il testo. Ultimo punto: la salvaguardia del creato, per
uno sviluppo sostenibile. (R.P.)