2014-02-13 11:40:24

Sudafrica. 20 anni di democrazia: per i vescovi servono trasparenza e responsabilità


Il Sudafrica ha celebrare, ieri, il 20.mo anniversario dell’istituzione della democrazia. Una giornata che è stata marcata dal discorso del presidente Zuma sullo stato dell’unione e che si è inserita tra due date importanti: la morte dell’ex presidente Nelson Mandela, leader della lotta all’apartheid, scomparso il 5 dicembre, e le elezioni generali programmate per il 7 maggio prossimo. In questo contesto, la Chiesa non ha mancato di far sentire la propria voce: la Conferenza episcopale ha infatti diffuso un messaggio, scritto insieme ai responsabili per la Vita consacrata. Il documento, intitolato “20 anni di democrazia. Il popolo di Dio e tutti gli uomini di buona volontà”, sottolinea il valore del processo democratico, definito “un tesoro”, grazie al quale si sono potuti promuovere “i diritti di tutti”, e restaurare “la dignità della maggioranza della popolazione, negata dall’apartheid”. I presuli, inoltre, elogiano “il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione apportato dalla democrazia” e riscontrabile nello sviluppo delle infrastrutture e dei servizi forniti dallo Stato, così come nell’attenzione alla situazione sociale. Tuttavia, a due decenni dall’inizio del processo democratico, il Sudafrica – notano i vescovi – non conta solo le luci, ma anche le ombre: “Molte persone vivono ancora in condizioni intollerabili”, scrivono i presuli, denunciando lo scarso valore che viene dato alla vita umana, la presenza di atteggiamenti e comportamenti razzisti, “l’orrore degli abusi su minori e anziani, i rapimenti e le violenze domestiche”. Di qui, l’esortazione a “ricostruire il Paese secondo i valori del Vangelo”, lavorando “tutti insieme allo sradicamento dei crimini, del traffico di droga e della tratta di esseri umani” per rendere il Sud Africa “ospitale e bandire così la xenofobia ed il razzismo”. Due i principi ai quali fare riferimento, affermano ancora i vescovi sudafricani, ovvero “trasparenza e responsabilità”. “Dobbiamo essere in grado – scrivono – di considerarci responsabili gli uni con gli altri della nostra libertà e dell’uso delle risorse del nostro Paese”. Altrettanto senso di responsabilità viene richiesto alle forze dell’ordine, affinché “combattano il crimine”; agli insegnanti “perché formino i loro alunni”; ai genitori “così che amino e abbiano cura dei loro figli”, e ai sacerdoti e religiosi affinché provvedano “alla crescita spirituale della popolazione”. Il tutto nell’ottica “della dignità e del rispetto reciproco”. Il processo democratico, ribadisce ancora la Conferenza episcopale, non riguarda solo i leader politici, ma “richiede il coinvolgimento di ciascuno affinché dia il suo contributo, anche grazie alle associazioni civili ed ecclesiali”. Infine, i vescovi invitano a rendere grazie a Dio “per il prezioso dono della democrazia” ed a pregare per il Paese. (A cura di Isabella Piro)


Ultimo aggiornamento: 14 febbraio







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