Papa Francesco: ebrei e cristiani agiscano insieme per un mondo più giusto e fraterno
Il patrimonio di conoscenza reciproca e di amicizia fra ebrei e cattolici sia trasmesso
alle nuove generazioni. E’ quanto auspica Papa Francesco che ieri ha incontrato, nella
Sala del Concistoro in Vaticano, 55 membri della delegazione dell’American Jewsih
Committee, il Comitato ebraico americano. Il servizio di Debora Donnini:
E’ la Dichiarazione
Nostra aetate del Concilio Vaticano II che ancora oggi per la Chiesa costituisce
“il punto di riferimento imprescindibile” per i rapporti con “i nostri fratelli maggiori”.
Ed è proprio a partire da quel Documento, di cui il prossimo anno si commemora il
50.mo anniversario, che si è sviluppata con rinnovato vigore la riflessione sul patrimonio
spirituale “che costituisce il fondamento del nostro dialogo”. Lo ricorda Papa Francesco
nell’incontrare il Comitato ebraico americano al quale si dice “grato” per aver fornito
negli anni “un qualificato contributo” alla fraternità fra ebrei e cristiani:
“Questo
fondamento è teologico, e non semplicemente espressione del nostro desiderio di rispetto
e stima reciproci, pertanto è importante che il nostro dialogo sia sempre profondamente
segnato dalla consapevolezza della nostra relazione con Dio”.
Accanto al
dialogo c’è l’azione e Papa Francesco sottolinea che ebrei e cristiani possono agire
insieme “per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno”, facendo riferimento
in particolare a poveri e sofferenti e, come ricorda l’Esodo, alla protezione della
vedova, dell’orfano, dello straniero. “È un compito affidatoci da Dio”, dice, “un
autentico dovere religioso”.
Quindi Papa Francesco ricorda che bisogna “trasmettere
alle nuove generazioni il patrimonio di conoscenza reciproca, di stima e di amicizia
costruito in questi anni grazie anche all’impegno –afferma – di associazioni come
la vostra”:
“Auspico pertanto che il tema delle relazioni con l’ebraismo
rimanga vivo nei seminari e nei centri di formazione dei laici cattolici, così come
confido che anche presso le comunità ebraiche e i giovani rabbini si accresca l’interesse
per la conoscenza del cristianesimo”.
In conclusione il pensiero del Papa
va all’ormai prossimo pellegrinaggio in Terra Santa, dal 24 al 26 maggio. “Tra qualche
mese – afferma - avrò la gioia di recarmi a Gerusalemme là dove – dice il Salmo –
tutti noi siamo nati e dove tutti i popoli un giorno convergeranno”:
“Accompagnatemi
per favore con la vostra preghiera, affinché questo pellegrinaggio porti frutti di
comunione, di speranza e di pace. Shalom!”