Italia: Crisi di governo. Letta lascia oggi. Renzi nuovo governo fino al 2018
Svolta nella politica italiana. La direzione del Partito Democratico ha approvato
ieri il documento che chiede una “fase nuova, con un nuovo esecutivo”. Il segretario
del Pd, Matteo Renzi, illustrando il suo programma ha indicato la strada di un nuovo
governo fino al 2018. A seguito delle decisioni prese dal Partito Democratico, il
premier Enrico Letta ha informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
che si recherà al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Il servizio di Giampiero
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Un governo nuovo, che duri fino al 2018 e
faccia uscire l’Italia dalla palude. Matteo Renzi indica al Pd la strada da seguire
e si candida di fatto a Palazzo Chigi. L’alternativa, spiega, erano le elezioni anticipate,
ma non risolverebbero i problemi del Paese. No si tratta di staffetta, precisa ancora
Renzi, perché staffetta vuol dire marciare nella stessa direzione e allo stesso ritmo.
E invece serve una fase nuova da affrontare, scandisce Renzi, con una ambizione smisurata.
Parole che marcano più di altre la discontinuità con il governo Letta. Per il nuovo
esecutivo Renzi si rivolge comunque alla stessa attuale maggioranza. Incassa subito
il sì di Scelta civica. Mentre Alfano fa sapere che il Nuovo Centrodestra è indisponibile
ad un governo politico di centrosinistra. Nessuna apertura dal Sel di Vendola. Non
darà la fiducia il Movimento 5 Stelle, che è però pronto a valutare le singole proposte
e intanto chiede al capo dello Stato di parlamentarizzare la crisi. Posizione analoga
quella di Forza Italia, critica sulla terza nomina consecutiva a Palazzo Chigi senza
legittimazione popolare. Berlusconi intende comunque rispettare l’accordo con Renzi
sulle riforme.
Sul nuovo assetto politico tracciato da Matteo Renzi, si
sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco, l’opinionista politico Domenico
Rosati:00:01:28:13
R. - Mi pare che ci siano due cose molte evidenti.
La prima è che Renzi si auto propone come nuovo presidente del Consiglio. La seconda
è che si prorogano i tempi di attività del governo. Non sono più i 18 mesi ma si arriva
al 2018, fino all’esaurimento della legislatura. Quindi si da più tempo per fare le
cose.
D. - E si prefigura in questo schema tracciato da Renzi anche il contributo
delle forze di coalizione, a questo punto decisivo…
R. – Si, questo mi pare
che lo abbia ricordato molto, giustamente, Cuperlo quando ha detto: “Guarda che non
siamo soli. Dobbiamo fare il programma insieme con le forze di coalizione, in particolare
con il centrodestra”. La maggioranza non cambia, non può cambiare. Per cui si invoca
una discontinuità radicale e, nello stesso tempo, si lavora su una continuità di maggioranza
che non so quanto sia compatibile con la vocazione, appunto, di discontinuità radicale.
Bisognerà arrivare a delle compromissioni. Le forze sono le stesse che hanno lavorato
con il governo Letta, le quali hanno interesse - a loro volta - a non farsi mettere
fuori perché più dura il governo, più possono radicarsi. In particolare per il Nuovo
Centro Destra che è nato governativo e ha bisogno di governo per realizzare i suoi
disegni.