Il ministero per la Riunificazione sudcoreano ha annunciato che l’incontro di ieri,
quello di più alto livello (vice-ministeriale) dal 2007, avrà un seguito domani mattina
come chiesto dai nordcoreani. Al centro dei colloqui - riporta l'agenzia Misna - sarà
il tentativo di convincere i negoziatori di Pyongyang che le previste manovre militari
congiunte coreano-statunitensi, abituali in questo periodo dell’anno e fino a primavera
inoltrata, non sono una minaccia diretta al Nord. Ancora una volta, a ospitare le
delegazioni sarà il Villaggio della Tregua, Panmunjom, che mercoledì ha visto due
incontri tra le delegazioni e altri due tra i capi-delegazione, l’ultimo dei quali
proseguito fino a tarda notte, a cui non è seguito alcun annuncio, nemmeno rispetto
al proposito di assicurare la riunificazione provvisoria di un centinaio di familiari
separati dal conflitto inter-coreano. Sono migliaia le famiglie divise dalla guerra
fratricida tra il 1950 e il 1953 e dal successivo accordo di cessate il fuoco mai
trasformato in trattato di pace. Dopo avere spostato in avanti la data degli incontri
familiari al 20-25 febbraio su pressioni nordcoreane, ora il Sud deve decidere sulla
richiesta di sospensione delle operazioni militari perché sostanzialmente coincidenti
con il primo evento. Una possibilità esclusa da Seul che sostiene, come l’alleato
americano, il fine difensivo delle manovre e nessun intento di minaccia verso il vicino
nordcoreano. I delegati sudcoreani hanno anche negato la possibilità di abbreviare
l’incontro degli anziani consanguinei concludendolo prima del 24, data d’inizio delle
esercitazioni militari. (R.P.)