Vescovi bulgari in visita "ad limina". Mons. Proykov: famiglia ed evangelizzazione,
grandi sfide di questa piccola Chiesa
Inizia oggi in Vaticano la visita “ad limina” dei vescovi della Bulgaria. La comunità
cattolica del Paese è piccola nei numeri ma viva e dinamica. Sulle sfide di questa
Chiesa nella società attuale, ascoltiamo il presidente della Conferenza episcopale
bulgara, mons. Christo Proykov, al microfono di Desislava Tanceva:
R.
- La Chiesa cattolica in Bulgaria vive la sua testimonianza cristiana in una società
che presenta molte sfide. Ci sono quelle comuni a tutti i Paesi europei, come il consumismo,
il relativismo, l’edonismo, la mancanza dei valori fondamentali per la vita umana.
Ma ci sono anche alcune sfide tipicamente “bulgare” ereditate dal passato regime sovietico,
come ad esempio la diffusa ignoranza del fatto religioso, anche tra chi si considera
cristiano. La situazione non è facile, ma direi che è favorevole per gettare le reti
dell’annuncio e per seminare la Parola di Dio.
D. – Quale realtà si vive all’interno
della comunità cattolica?
R. - Fra i cattolici e le tre diocesi dei due riti
esiste una forte collaborazione. Si organizzano incontri ed esercizi spirituali per
i giovani. Questo offre ai nostri giovani che vivono nelle piccole comunità parrocchiali
sparse nelle diverse città della Bulgaria un ricco scambio di esperienze. In estate
si organizzano incontri nazionali per giovani e adulti. Periodicamente vengono anche
promossi incontri per le famiglie e altri gruppi, guidati dal Movimento dei Focolari.
La pastorale silenziosa del tempo delle persecuzioni viene gradualmente sostituita
da una pastorale attiva, capace di valorizzare la ritrovata libertà religiosa. Nella
Chiesa si cerca un coordinamento sempre più ampio in ambito liturgico, catechistico,
caritativo e vocazionale. Esiste il Consiglio Nazionale dei Superiori delle Comunità
dei religiosi e delle religiose, che rende possibile la collaborazione fra gli ordini
religiosi. Fra i nostri fedeli non ci sono problemi dottrinali e gli insegnamenti
della Chiesa vengono generalmente accettati. Il recepimento delle indicazioni conciliari
cresce costantemente. Per il 50° anniversario del Concilio Vaticano II sono state
pubblicate le traduzioni in bulgaro dei documenti conciliari, del Compendio del Catechismo
della Chiesa Cattolica (quella del Catechismo già c’era), dei libri Benedetto XVI
su “Gesù di Nazareth”. In questo momento si sta traducendo Youcat e l’Esortazione
apostolica di Francesco “Evangelii Gaudium”. I rapporti di collaborazione fra noi
tre vescovi dei due riti sono cordiali e i contatti fra i nostri fedeli sono frequenti
e fruttuosi.
D. - Come hanno accolto i fedeli bulgari l’elezione di Papa Francesco?
R.
- Come in tutto il mondo, la rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino è stata
una grande sorpresa. L’elezione di Papa Francesco è stata accolta con gioia sincera
e filiale. I fedeli sono particolarmente attratti dal suo atteggiamento amorevole
verso le persone più deboli nella società. Il suo muoversi con naturalezza e il coraggio
con cui affronta i problemi e le questioni difficili e importanti conquistano la simpatia
di molti. Noi vescovi bulgari siamo particolarmente felici di essere stati chiamati
ad incontrare Papa Francesco dopo il nostro incontro con Papa Benedetto XVI in occasione
della nostra ultima visita “ad Limina” e i nostri fedeli aspettano con gioia di sentire
da noi, al nostro rientro, quanto abbiamo vissuto insieme con Papa Francesco.
D.
- Qual è la situazione della famiglia in Bulgaria?
R. - Oggi più che mai la
famiglia è messa a dura prova. Siamo testimoni di attacchi da tutte le parti. Si cerca
di cancellare la sua identità e la sua dignità, degradandola ad una semplice convivenza.
Nell’opinione pubblica in Bulgaria la famiglia viene ancora intesa come l’unione tra
un uomo e una donna. La legge bulgara non riconosce i matrimoni fra le persone dello
stesso, ma questa corrente di pensiero penetra anche nella nostra società e ciò crea
nuove esigenze pastorali. Molte famiglie portano le ferite del divorzio. Il processo
di secolarizzazione che sta radicandosi anche nella società bulgara, soprattutto tra
le nuove generazioni, mette in seriamente discussione il fondamento dell’indissolubilità
del matrimonio, come anche la stessa necessità di sposarsi. L’aborto si pratica con
leggerezza e si pubblicizza la contraccezione. Sono poche le coppie che vivono la
propria sessualità secondo gli insegnamenti della Chiesa e la causa di ciò è spesso
una grande ignoranza, anche per la mancanza di un’educazione cristiana nelle famiglie
di origine, frutto di 50 anni di ateismo di Stato durante i quali l’istruzione religiosa
era molto limitata. Si sente un grande bisogno di una formazione cristiana delle famiglie.
Cerchiamo di fare il possibile attraverso corsi di preparazione al matrimonio; corsi
ed incontri periodici per le famiglie; corsi di catechismo per adulti e incontri di
formazione per i giovani sul Magistero della Chiesa riguardante questi temi. Quest’anno
abbiamo in progetto di organizzare degli incontri nazionali delle famiglie.
D.
- Quali sono i rapporti con la Chiesa ortodossa?
R. - La Chiesa ortodossa rappresenta
la grande maggioranza in Bulgaria. Conosco il nuovo patriarca Neofit da tanti anni.
E’ una persona di fede profonda, intelligente e molto erudita. Abbiamo accolto con
gioia la sua elezione un anno fa, e penso che la Chiesa ortodossa abbia fatto una
buona scelta. I rapporti con lui sono sinceri e di stima reciproca. Nonostante ciò,
a livello istituzionale sarebbe auspicabile fare molto di più per i nostri rapporti
e contatti. Ma a livello dei laici i contatti e la collaborazione sono fruttuosi.
D.
- Come affronta la Chiesa cattolica in Bulgaria la crisi economica attuale?
R.
- Il termine crisi è molto ampio: si parla di crisi economica, ma c’è anche la crisi
spirituale, quella umana, quella d’identità. Direi che in fondo è crisi umana. Penso
che nel mondo d’oggi l’uomo si stia smarrendo, non ci sono più valori non negoziabili,
ma la dittatura del relativismo che soffoca l’essere umano. Solo guardando verso Gesù
si può uscire da questa crisi antropologica. La Chiesa cattolica in Bulgaria si impegna
con la sua pastorale per salvare quest’uomo.
D. La Chiesa è in difficoltà?
Come si sostiene?
R. - Dal punto di vista economico, la Chiesa cattolica in
Bulgaria non riceve alcun finanziamento da parte dello Stato. I sacerdoti vivono delle
offerte per le Messe e delle offerte e donazioni occasionali, oltre che del sussidio
annuale della Congregazione per le Chiese Orientali e degli enti stranieri che sostengono
le Chiese più povere. Ma tutto ciò spesso non basta per tutte le necessità urgenti
e ogni sacerdote si deve arrangiare per cercare altri fondi. Ciò richiede tempo e
forze che si potrebbero spendere per le attività pastorali. Inoltre, con la crisi
economica ci sono sempre più poveri che dipendono dall’aiuto della Chiesa, e che purtroppo
non sempre possiamo aiutare. La Caritas organizza alcuni servizi stabili, come la
distribuzione gratuita delle medicine, pasti caldi a diverse decine di poveri in diverse
città, quest’anno fra loro ci sono anche i profughi dalla Siria e da altri Paesi.
A Sofia abbiamo un ambulatorio medico gratuito per le persone povere. Presso l’Esarcato
Apostolico, con l’aiuto del programma di Cor Unum “100 progetti”, è stato creato un
centro diurno per le madri, che crescono i figli da sole. Abbiamo il centro diurno
“Annunciazione” per i disabili Ci sono progetti per l’assistenza domiciliare agli
anziani, programmi per i tossico-dipendenti, per gli anziani, per i senzatetto e per
i rifugiati. Nell’aiutare i bisognosi non facciamo differenze. Nonostante le gravi
difficoltà economiche, la Chiesa incoraggia la gente ad aiutare gratuitamente per
i poveri.
D. – L’ultima domanda: qual è la presenza della Chiesa nei media
e quale il loro ruolo nella nuova evangelizzazione?
R. - Oggi i media cattolici
sono mezzi importanti per svolgere la missione della Chiesa. Tramite Internet si può
comunicare, evangelizzare, aiutare tante persone a intraprendere il cammino di conversione.
La Chiesa ha una buona presenza in rete. Le diocesi e molte parrocchie hanno una pagina
Internet, ma certamente anche la pagina più bella non può sostituire mai il rapporto
diretto tra le persone. Ci sono dei blog, gruppi di amici su Facebook, il sito che
riporta le notizie della Chiesa locale e universale, e naturalmente il sito della
Sezione Bulgara della Radio Vaticana. Secondo la legge in Bulgaria, la Chiesa ha il
diritto ad un certo spazio su TV e radio, per le feste. Altre volte viene interpellata
per esprimere pareri su questioni di attualità e partecipa a tavole rotonde e rilascia
interviste. Tutte queste sono occasioni diffondere il Vangelo e l’insegnamento della
Chiesa. Inoltre, quando ci sono avvenimenti importanti per la vita della Chiesa universale,
i mass media mostrano interesse, come è stato per esempio quando il Papa Benedetto
XVI si è ritirato e per l’elezione di Papa Francesco, che attira sempre di più l’attenzione
dei media in senso positivo. Una certa risonanza ha avuto nei media un evento organizzato
dall’Accademia delle Scienze Bulgara per ricordare il 50° anniversario della fine
del Pontificato di Papa Giovanni XXIII, che aveva vissuto in Bulgaria per dieci anni
nel secolo scorso come Legato apostolico. E’ stata seguita con interesse anche la
celebrazione dei 50 anni dell’Enciclica “Pacem in Terris”, che per l’occasione è stata
tradotta e pubblicata in bulgaro, ed è stata molto apprezzata. Come dice Papa Francesco,
i mass media sono un dono di Dio, e facendone un buon uso possono contribuire tanto
al Regno di Dio.