Sud Sudan: nuovo round di negoziati. L'Onu denuncia l'utilizzo di bombe a grappolo
Avviato martedì nella capitale etiopica, Addis Abeba, il secondo turno dei colloqui
di pace tra le due fazioni rivali dell’Splm (Movimento di Liberazione del Popolo Sudanese,
il partito di governo), rispettivamente capeggiate dal Presidente Salva Kiir e dall’ex
vice Presidente Riek Machar, che hanno sprofondato il Sud Sudan nella più grave crisi
dalla sua indipendenza. All’apertura dei colloqui - riporta l'agenzia Fides - il Primo
Ministro dell’Etiopia, Hailemariam Desalegn, ha lanciato un appello ai leader sud
sudanesi perché si impegnino concretamente a trovare un accordo prima che il Sud Sudan
diventi il centro di un conflitto regionale, con il coinvolgimento degli altri Stati
dell’area. In precedenza il Premier etiopico, che è Presidente dall’Igad, l’organizzazione
regionale degli Stati dell’Africa Orientale incarica della mediazione, aveva criticato
l’intervento dei militari ugandesi a fianco delle truppe governative contro i ribelli
di Machar. Il rappresentante della South Sudan Council of Churches (l’organizzazione
che raggruppa le principali confessioni cristiane del Paese) ha sottolineato l’urgenza
di trovare una soluzione al conflitto: “Siamo stanchi della guerra” ha affermato.
Il Sud Sudan è divenuto indipendente nel 2011, dopo un lungo processo al termine di
un conflitto ventennale con il governo di Khartoum. Ieri il Segretario generale dell'Onu
Ban Ki-moon ha annunciato che esperti delle Nazioni Unite hanno rinvenuto in Sud Sudan
sotto-munizioni o resti di bombe a grappolo verosimilmente utilizzate durante il conflitto
armato cominciato a dicembre. In una nota pubblicata sul sito delle Nazioni Unite
si riferisce che parti degli ordigni sono state rinvenute la settimana scorsa lungo
la strada che collega la capitale Juba a Bor, il capoluogo della regione orientale
di Jonglei. (R.P.)