2014-02-12 14:05:35

Oltre 20 mila fidanzati domani dal Papa. Mons. Paglia: giovani controcorrente che desiderano amare "per sempre"


Più di 20mila fidanzati provenienti da 28 Paesi si ritroveranno domani, 14 febbraio in Piazza San Pietro per incontrare Papa Francesco. L’evento, promosso dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, inizierà alle 11 e sarà coronato dal dialogo che i fidanzati potranno instaurare con il Papa. L’udienza si concluderà con una preghiera appositamente composta per questa occasione. Sarà possibile seguire l'incontro in diretta sulla Radio Vaticana. Secondo mons. Vincenzo Paglia, presidente del dicastero per la famiglia, “il successo numerico dell’iniziativa, assolutamente imprevedibile solo tre settimane, fa mostra che ci sono giovani controcorrente che desiderano che il loro amore duri per sempre e sia benedetto da Dio, anche se il mondo in cui vivono non crede che i legami durino in eterno e che è bene che ciascuno pensi a se stesso”. Stefano Leszczynski ha intervistato lo stesso mons. Vincenzo Paglia: RealAudioMP3

R. – Io credo sia importante cogliere che c’è un desiderio profondo di edificare una famiglia, di affrontare insieme il futuro in un mondo nel quale - spesso ormai - si crede che sia impossibile, troppo difficile oppure che ci si debba sposare quando tutti i problemi sono risolti, perdendo quindi quel sogno di costruire assieme un futuro per sé e per i propri figli.

D. – La Chiesa dà una grande importanza ai fidanzati: è un interessamento per la famiglia in divenire o c’è un significato particolare nel seguire così attentamente i fidanzati?

R. – Io credo che sia una grande conquista di questi anni, di questi decenni l’aver "inventato" questo percorso di preparazione al matrimonio, perché quelli che vengono partecipano tutti ai corsi cosiddetti prematrimoniali. Certo bisogna perfezionarli, bisogna poi soprattutto accompagnarli dopo la celebrazione del matrimonio. Ma non c’è dubbio che in un mondo cosiddetto liquido – liquido vuol dire che i sentimenti vanno e vengono, perché poi alla fine sono sentimenti egocentrici – l’amore vuol dire costruzione, vuol dire passione comune, vuol dire anche fatica. Ecco perché è importante che la Chiesa ponga attenzione a questo momento della vita, perché è il momento nel quale si gettano le fondamenta: e una casa se è ben fondata, resiste alle intemperie, che inevitabilmente avverranno nel corso degli anni.

D. – Ci sono tanti episodi di violenza, tanti episodi di maltrattamento. Cos’è che manca nella società per garantire un sano rapporto tra uomo e donna, soprattutto nella vita familiare?

R. – C’è bisogno di riscoprire in un mondo individualista un amore che è definito non dall’affetto per sé, ma dal voler bene o meglio dal volere il bene dell’altro prima che quello di se stessi. In questo senso, una società che spinge troppo l’acceleratore sull’individualismo è una società che porta alla crudeltà, alla cattiveria. In questo senso la pastorale familiare o meglio l’educazione all’amore richiede ben altro di quello che si sta facendo in questo tempo, nel quale anche solo attraverso i messaggini si spingono ragazzine di 14 anni a suicidarsi… Io credo che dobbiamo essere molto, molto, molto pensosi a non scambiare l’amore per un sentimentalismo egocentrico.

D. – Verrà anche letta una nuova preghiera, espressamente scritta per questo avvenimento. C’è un passaggio che la colpisce particolarmente o che lei ritiene di dover rimarcare in questa preghiera?

R. – Un passaggio che io vorrei sottolineare è quando si chiede allo Spirito Santo di accendere in noi la passione per il Regno, il coraggio di scelte grandi e impegnative e la sapienza della tenerezza e del perdono. Questo passaggio della preghiera mi pare – come dire - un programma di come vivere il tempo del fidanzamento per fondare la casa sulla roccia dell’amore, che tutti sono invitati ovviamente ad edificare, a costruire.

Ultimo aggiornamento: 13 febbraio







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