2014-02-12 18:59:43

La Consulta boccia la Fini-Giovanardi che equipara droghe leggere e pesanti


La Corte Costituzionale ha bocciato la legge Fini-Giovanardi, che equipara droghe leggere e pesanti: nella norma di conversione - dice la Consulta - furono inseriti emendamenti estranei all'oggetto e alle finalità del decreto. La questione era stata sollevata dalla Cassazione per infrazione dell'articolo 77 della Costituzione. E dalla politica arrivano commenti di segno diverso alla decisione. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

La Fini-Giovanardi aveva parificato "ai fini sanzionatori" droghe pesanti e leggere ed elevato le pene per chi spaccia hashish prevedendo la reclusione da sei a venti anni con una multa compresa tra i 26mila e i 260mila euro. Prima, invece, erano comprese tra due e sei anni. Ora con la decisione della Corte Costituzionale rivive la legge Iervolino-Vassalli come modificata dal referendum del ‘93, che prevede pene più basse per le droghe leggere. Le motivazioni della Consulta si conosceranno nelle prossime settimane ma secondo le prime stime si potrebbero avere ripercussioni su circa 10 mila detenuti, tra coloro che sono in attesa di giudizio e coloro che sono stati condannati in via definitiva. Diversi i commenti alla pronuncia. Per uno degli autori della legge, il senatore del Nuovo Centrodestra, Carlo Giovanardi, “dopo 8 anni la Corte costituzionale scavalca il Parlamento”. Critiche anche da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia e dal vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, di Forza Italia. Plaudono, invece, i radicali che chiedono che ora sia liberalizzata la cannabis così come Vendola, presidente di Sel. Per Davide Faraone responsabile del Welfare del Pd, si trattava di una legge insensata e ora- sostiene- sarà compito del Parlamento legiferare in direzione di una norma razionale. La bocciatura preoccupa, però, la comunità di recupero di San Patrignano secondo cui così il recupero diventerà più difficile: senza entrare nel merito della distinzione fra le droghe leggere e quelle pesanti “che si viene a riproporre con la Jervolino-Vassalli – dicono – siamo soprattutto preoccupati per la cancellazione di norme che facilitano il ricorso a misure alternative al carcere, che oggi sarà possibile solo per condanne sotto i 4 anni, contro i 6 della Fini-Giovanardi”.







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