Il 20 e 27 aprile la Thailandia torna al voto. Non si ferma la protesta dell'opposizione
e dei contadini
La situazione thailandese si fa sempre più caotica con il passare dei giorni e per
la prima volta in una lunga storia di convulsioni politiche, di proteste di piazza
e di interventi militari, sembra difficile trovare una soluzione. Stefano Vecchia:
Commissione
elettorale ha deciso per la ripetizione del voto anticipato e di quello regolare per
l'Assemblea nazionale, nei molti seggi della Thailandia dove non si erano potuti svolgere
regolarmente il 23 gennaio e il 2 febbraio. Le date indicate sono quelle del 20 e
il 27 aprile. Una mossa che non tiene conto della volontà dell'opposizione che da
mesi chiede la fine del governo e un percorso riformista prima di nuove elezioni,
né di quella dell'esecutivo che vorrebbe un ritorno alle urne prima della scadenza
del suo mandato il 1° aprile. La Commissione ha agito solo tenendo conto della fattibilità
formale, dovendo anche gestire l'elezione del Senato nella data del 30 marzo approvata
oggi da un decreto reale, ma con poca convinzione sulle reali possibilità. Si attendono
ora le mosse di governo e opposizione, mentre continua il braccio di ferro soprattutto
nelle piazze di Bangkok. La protesta, scesa di tono se non nei fine settimana ma che
ancora blocca con presidi stabili diversi incroci della capitale, ha chiamato a una
nuova prova di forza dopo l'arresto, domenica di uno dei suoi leader per il mancato
rispetto dello stato di emergenza. Il primo, a cui potrebbero seguirne altri nelle
prossime ore e giorni. Decisioni non facili, data la situazione già tesa. Aggravata
negli ultimi giorni dall'arrivo nella capitale di migliaia di contadini che chiedono
il pagamento del riso consegnato ai magazzini governativi. Il governo, dimezzato nei
poteri e senza più fondi per un piano che da due anni sta scavando una voragine nelle
casse pubbliche, continua a chiedere comprensione e tempo. Appare però chiaro che
per l'esecutivo guidato dalla signora Yingluck Shinawatra la possibile rivolta di
quelli che erano i più fedeli sostenitori del suo partito è ora la preoccupazione
più immediata. Ancor più dello stillicidio di violenze al Sud, dovuto all'azione dei
vari movimenti indipendentisti presenti tra la minoranza musulmana. A uno di essi
è stata attribuita l'uccisione domenica di una donna buddhista, moglie di un sergente
di polizia, ferita con un proiettile e poi bruciata viva.