Congo Brazzaville: i vescovi chiedono una riforma del sistema scolastico
“L’educazione nazionale dovrebbe costituire una priorità per il Paese. Di fatto essa
richiede una pluralità d’attori, l’implicazione di tutti: governo, insegnanti, sindacati,
società civile, associazioni, Chiese”: è quanto hanno scritto in una dichiarazione
i vescovi della Repubblica del Congo riuniti in Assemblea generale la settimana scorsa
a Brazzaville. Diverse le tematiche affrontate nel corso dei lavori, ma sull’educazione
i presuli hanno voluto pubblicare un testo dal titolo “Educare o perire” per evidenziare
quanto sia urgente la questione educativa nel Congo. La conferenza episcopale rileva
programmi ormai inadeguati alla formazione, la mancanza di aggiornamenti per i formatori,
strutture inadatte e scarsamente attrezzate. Le statistiche rivelano che circa il
70% degli studenti della scuola secondaria non superano l’esame di Stato ed è aumentato
il tasso di non ammissione alle scuole superiori. Le scuole pubbliche sono misere
e negli ultimi anni gli investimenti statali per la costruzione e la ristrutturazione
delle infrastrutture scolastiche si sono rivelati insufficienti. I vescovi denunciano
inoltre diplomi poco qualificanti dal punto di vista professionale e tecnico e mostrano
preoccupazione per l’esitazione delle imprese ad assumere giovani che hanno studiato
nel Paese. Per tale motivo i presuli chiedono una riforma del sistema educativo e
plaudono all’Anno dell’educazione nazionale e della formazione qualificata voluto
dal Capo dello stato. “Impegnarsi per la riforma del sistema educativo porta a dedicarsi
seriamente all’avvenire del nostro Paese” scrivono i vescovi che auspicano anche sovvenzioni
per le scuole della Chiesa cattolica perché possano funzionare non soltanto come strutture
private. La dichiarazione della Conferenza episcopale congolese, che nasce dall’analisi
del sistema educativo nazionale, è frutto dell’esortazione post-sinodale Africae Munus
con la quale Benedetto XVI incoraggia i vescovi ad impegnarsi per favorire la scolarizzazione
dei bambini da considerare una questione di giustizia. “Senza una riforma in profondità
del sistema educativo – sottolineano i vescovi – è quasi impossibile aspirare allo
sviluppo del Paese. (A cura di Tiziana Campisi)