2014-02-11 08:39:08

Uruguay. Mons. Fuentes: "Siamo al centro di una tempesta ideologica. Il Paese è vicino al baratro"


“Siamo al centro di una tempesta ideologica. Con la legalizzazione dell’aborto, la commercializzazione e la coltivazione della marijuana, i matrimoni gay e l’inseminazione artificiale il governo ha compiuto quattro passi verso l’abisso”. L’accusa è del vescovo di Minas e presidente della Commissione Vita e Famiglia della Conferenza episcopale uruguaiana, mons. Jaime Fuentes che, in una nota ufficiale, ricorda che l’Uruguay è stato il primo Paese americano ad approvare il divorzio nel 1907. “Per questo motivo la famiglia oggi è devastata” scrive il presule. “La colpa è di un sostrato ideologico individualista, che è alla base delle leggi menzionate e che influenza profondamente la formazione delle nuove generazioni. Norme che esprimono un solo concetto: la cosa più importante è che ciascuno sia felice a modo suo e che la verità è un fatto soggettivo” spiega mons. Fuentes. Il vescovo di Minas si sofferma, poi, su uno dei temi a lui più cari, la formazione: “Se si considera che l'80% degli studenti frequenta la scuola pubblica e che qui non solo non viene insegnata alcuna nozione religiosa, ma è persino proibito parlare di Dio, risulta chiaro che è necessario un impegno a lungo termine per superare questo stato di cose”. Quanto alla legalizzazione e alla vendita di marijuana, il presidente della Commissione Vita e Famiglia della Ceu critica le argomentazioni addotte dal Presidente José Mujica secondo cui si tratterebbe di un provvedimento utile a combattere il traffico di droga a seguito dei fallimenti registrati sia dalla polizia, che dall’esercito. La nuova norma, chiarisce il presule, è stata bocciata dal 62% della popolazione e dalla stessa opposizione. “A mio parere si tratta di un approccio quanto meno pelagiano, come se il peccato originale non esistesse, se non avessimo prove provate, in tutto il mondo e nel corso della storia, che lo Stato è formato da uomini e che gli uomini peccano”. Secondo mons. Fuentes “Coltivare piante di cannabis privatamente può diventare un grande business, tenuto conto che la legge lo consente anche se in numero limitato. Ma chi controlla se ho quattro o dieci piante dietro casa mia, se ne faccio un uso personale o le vendo ai turisti? Ad ogni modo sono altri gli argomenti che spiegano a gran voce che la marijuana causerà gravi danni. Così come sono tanti i medici che hanno detto una volta per tutte che fa male, altera le funzioni del cervello, le prestazioni intellettuali e fisiche ed avvia ad esperienze con droghe più pesanti”. Da qui la necessità di un ritorno alle radici: “Siamo ben lontani da quello che dice la nostra Costituzione all’articolo 40, ovvero che la famiglia è il fondamento della società e che lo Stato è tenuto a tutelarla per una migliore formazione dei bambini”. Mons. Fuentes si dice convinto che l’Uruguay di oggi è paragonabile a quello in cui vissero i primi cristiani. “Con la loro coerenza e il loro esempio, comunque ebbero la meglio. Siamo nel bel mezzo di una tormenta ideologica che passerà, come tante altre. Ma è necessario lavorare e pregare, pregare molto e lavorare molto. (A cura di Davide Dionisi)







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