Timor Est: firmato storico accordo con l'Indonesia
Un accordo limitato nel valore economico, ma certamente di rilievo storico, quello
siglato a Jakarta tra i governi di Indonesia e Timor Est, ex colonia indonesiana all’estremità
orientale dell’arcipelago. L’accordo, che ha anche risvolti militari, segue una bozza
definita durante la visita del presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono e la
controparte timorese Jose Ramos Horta (nel frattempo sostituito nella carica da Taur
Matan Ruak), firmata a Dili nel 2012. Durante la visita di lunedì a Jakarta - riferisce
l'agenzia Misna - il primo ministro di Timor Est Xanana Gusmao ha firmato con il ministro
della difesa indonesiano Poernomo Yusgiantoro un accordo per “cooperazione, istruzione
e preparazione nel campo militare” in base al quale il governo di Dili acquisterà
prodotti bellici dall’industria militare locale. Una mossa della piccola repubblica
asiatica per guadagnare maggiore sostegno del grande vicino sia in termini di “rapporti
di buon vicinato”, sia per un sostegno determinante alla richiesta di accedere come
11° membro all’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (Asean). Al centro
degli incontri di Xanana Gusmao, uno leader della guerriglia indipendentista che portò
al referendum sull’indipendenza del 2009 e alla nascita della repubblica est-timorese
nel 2002, anche la definizione dei confini, per i brevi tratti ancora controversi.
Finalmente risolta per l’area di Dilumi-Memo, da risolvere in ulteriori colloqui quelle
di Bijael Sunan Oben e Noel Besi-Citrana. Ovviamente controversa la decisione di Dili
di acquistare armamenti e know-how dall’antico nemico, che resta a tutt’oggi partner
indispensabile per la debole economica timorese in attesa che si concretizzino i grandi
piani di sfruttamento delle ingenti risorse al largo delle sue coste con l’attiva
partecipazione di multinazionali. Un piano del 2012 che prevedeva l’acquisto di carri
armati e blindati per trasporto truppe dall’azienda bellica Pt Pindad era stata duramente
contestato da organizzazioni non governative timoresi per la mancanza di trasparenza
e la cattiva qualità dei prodotti, prima ancora che per ragioni ideali. L’interscambio
commerciale tra i due Paesi è andato crescendo negli ultimi anni e il valore ha raggiunto
258,8 milioni di dollari lo scorso anno, contro i 221,52 milioni del 2011. (R.P.)