Bolivia: la solidarietà della Chiesa per le famiglie colpite dalle inondazioni
“Siamo testimoni del dolore di tanti fratelli che a causa delle conseguenze dei disastri
naturali e delle inondazioni, sono rimasti senza un tetto per ripararsi, in balia
della fame e delle malattie e costretti a far fronte a morte e pericoli”. Queste le
parole di mons. Cristóbal Bialasik, vescovo di Oruro nella presentazione della Campagna
di solidarietà e di aiuto della Chiesa per le persone colpite dal maltempo. Negli
ultimi giorni, intense piogge hanno provocato inondazioni e frane in diverse parti
del Paese. Sono migliaia gli sfollati e centinaia di migliaia gli ettari di coltivazioni
distrutte nelle province di Cochabamba, La Paz, Santa Cruz, Beni, Tarija e Chuchisaca.
Secondo i servizi meteorologici le piogge continueranno con la stessa intensità fino
al mese di marzo. Le autorità hanno iniziato ad attuare diversi piani di evacuazione
dalle zone sensibili come le rive dei fiumi, le vallate e le pianure più a rischio.
Domenica scorsa, migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case per l'ingrossamento
del fiume Beni. Nella provincia di Cochabamba, domenica scorsa, sono morte 14 persone
sepolte dalla frana di una montagna. Il vescovo di Pando, mons. Luis Casey ha invitato
i fedeli a continuare la raccolta di offerte perchè - ha detto - “è dopo l’emergenza
che c'è più bisogno di cibo, medicinali e vestiti. Non possiamo rimanere passivi,
bisogna uscire come buoni samaritani e aprire il cuore perche scaturisca l’amore e
la misericordia” ha detto mons. Casey. Alla fine del mese di gennaio la Chiesa cattolica
boliviana ha lanciato una campagna per assistere le famiglie colpite dalle inondazioni.
Nelle parrocchie e nelle sedi della Caritas in tutto il Paese si raccolgono le donazioni
che sono distribuite secondo le necessità di ogni regione, ma la situazione tende
ad aggravarsi. Dal mese di ottobre – inizio del periodo delle piogge - si sono registrati
54 morti, 5 dispersi, 47 mila sfollati e perdite ingenti nel settore agricolo. (A
cura di Alina Tufani)