2014-02-10 08:00:39

Siria: oggi colloqui governo-opposizione. Prosegue l'evacuazione dei civili da Homs


Nuova giornata decisiva per la soluzione della crisi siriana. Governo e opposizione iniziano oggi, nell’ambito della Conferenza di pace Ginevra 2, una decisiva tornata di colloqui diretti. Intanto attraverso i corridoi umanitari a Homs si continuano a evacuare non senza difficoltà i civili da una delle zone più colpite dalla guerra civile. Ci riferisce Marina Calculli:RealAudioMP3

E’ perfino caduto un colpo di mortaio durante la delicatissima evacuazione dei quartieri ribelli di Homs, uccidendo 5 uomini. Ma ieri complessivamente 420 civili, tra bambini, donne e anziani, hanno lasciato una zona sotto assedio da 20 mesi. Molti non vedevano cibo e acqua da diversi giorni. E nonostante i termini precisi dell’accordo raggiunto a Ginevra, le violenze sul campo hanno cercato di impedire l’evacuazione. La tregua era stata inaugurata venerdì, quando sono stati evacuati i primi 83 civili, e in teoria avrebbe dovuto concludersi ieri sera. Ma già sabato gli scontri erano ripresi. Come sempre l’esercito lealista e i ribelli si sono accusati a vicenda. Nel paese comunque la situazione resta ultratesa. Nelle ultime 24 ore si sono contati oltre 300 morti. Tutto questo mentre stamattina a Ginevra riprende il secondo round dei negoziati tra il regime e l’opposizione. I punti in agenda sono molti e le posizioni distanti. Le speranze di una pace imminente sono residue ma intanto le due parti continuano a dialogare.


E sulla ripresa oggi dei colloqui tra governo siriano e opposizione, nell’ambito della conferenza Ginevra 2, Cecilia Seppia ha raccolto il commento di mons. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco:RealAudioMP3

R. – Bisogna prendere atto della buona volontà delle parti in conflitto. Bisogna ricordare che è durato mesi, con diversi insuccessi, anche durante la stessa conferenza di Ginevra. Finalmente si è arrivati a questa conclusione positiva. Direi che questo primo, anche se minimo, passo positivo deve essere aperto su quel lungo cammino della soluzione della crisi umanitaria urgente e catastrofica che riguarda un po’ tutta la Siria. Secondo le statistiche delle Nazioni Unite sarebbero circa due milioni e mezzo di persone che attendono con urgenza aiuti umanitari e che si trovano tagliate fuori dall’accesso a questi aiuti umanitari, più o meno come i 25 mila abitanti di Homs, quindi la strada è molto lunga ancora.

D. – Il governo di Damasco aveva detto che oggi sarebbe iniziata la distribuzione degli aiuti umanitari. In effetti, sono arrivate ad Homs tre tonnellate di cibo, medicine e altre forniture essenziali. Sicuramente non bastano però anche qui c’è un corridoio umanitario che si è aperto.

R. - Secondo le informazioni in mio possesso dovrebbe continuare ancora l’evacuazione di altre persone tra cui anche, si spera, alcuni cristiani che fino a qualche ora fa non erano stati in grado di poter lasciare il quartiere della città vecchia di Homs. Poi credo che dovrebbe cominciare questa distribuzione degli aiuti umanitari.

D. – Questa strada del cessate il fuoco localizzato per facilitare poi l’ingresso degli aiuti umanitari, come è stato fatto ad Homs, potrebbe funzionare? Penso ad Aleppo, per esempio, anche oggi raggiunta da colpi di mortaio, civili che muoiono sotto i barili bomba dell’esercito quotidianamente… Potrebbe essere una strada da percorrere quella di cercare un cessate il fuoco localizzato e poi agire di conseguenza?

R. – Sì. Potrebbe essere un esempio o una prima prova. Se avrà successo per questi tre giorni, si spera che questa prova possa essere ripetuta ad Aleppo in cui c’è urgenza di avere un cessate il fuoco, alle volte, anche parziale.

D. - Lunedì riprendono i negoziati di Ginevra 2, lo ha confermato l’Onu, sarà presente anche il governo di Damasco… Sarà comunque difficile trovare un compromesso e il nodo principale resta la transizione politica…

R. – E’ anche qui un fatto positivo, che continuino questi colloqui, anche se non c’è da attendersi miracoli. Sarebbe da auspicare che la situazione umanitaria sia presente nelle discussioni contemporaneamente anche alla ricerca di una soluzione politica, le due cose dovrebbero andare insieme. La strada è molto lunga, non bisogna desistere, occorre continuare con buona volontà da una parte e dall’altra. Le parti che siedono attorno al tavolo, non dovrebbero dimenticare le aspettative della stragrande maggioranza della popolazione siriana che si aspetta una Siria nuova, più democratica, più rispettosa dei diritti umani e delle libertà fondamentali, e tutto questo vuole raggiungerlo con mezzi nonviolenti ma con soluzioni politiche.







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